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Un Novembre che dice EuroBasket 2025: che ci raccontano le sfide con l’Islanda?
Una discreta parte del lavoro era stata fatta a febbraio, tra l’onda d’affetto azzurra di Pesaro e la vittoria corsara arrivata a Szombathely. L’obiettivo, alla vigilia della doppia sfida contro l’Islanda di fine novembre, era uno: ottenere il pass per EuroBasket 2025, e scacciare i brutti pensieri.
A rasserenare l’Italia, reduce da un’ottima prestazione nel piccolo impianto del Laugardalshöll di Reykjavík, erano giunte buone nuove da Ungheria-Turchia, dove l’asse Cedi Osman-Omer Yurtseven aveva spinto la Nazionale di Ergin Ataman verso il prossimo Europeo. Quella vittoria ha significato la certezza di una qualificazione matematica anche per i ragazzi di Gianmarco Pozzecco.
L’entusiasmo del PalaBigi non è bastato per celebrare la certezza di esserci tra Nicosia, Tampere, Katowice e Riga. L’Italbasket “scomposta”, con l’inserimento in corsa di cinque reduci dagli impegni in Euroleague, torna a casa con una vittoria esterna (71-95) e una sconfitta casalinga (74-81).
Senza perdere l’identità
Sono state due prestazioni quasi agli antipodi, quelle mostrate venerdì in Islanda e lunedì a Reggio Emilia. Forse ispirati da una nottata di aurora boreale, gli Azzurri avevano proseguito nel cammino verso EuroBasket 2025 con una forza di volontà non indifferente a Reykjavík.
Guidata da capitan Marco Spissu, che ha raggiunto i 250 assist con la maglia azzurra nella trasferta sui ghiacci, la Nazionale – allenata nel primo tempo da Gianmarco Pozzecco e nella seconda frazione da Edoardo Casalone – è rimasta fedele alla propria identità, non scomponendosi neppure di fronte al 15-0 di parziale da parte dei padroni di casa per aprire il secondo tempo.
“La nostra forza è quella di riuscire a fare una pallacanestro di conduzione dove tutti quanti si sentono coinvolti”, dice Federico Fucà, membro del coaching staff azzurro e padrone di casa al PalaBigi, visto il suo ruolo da assistente allenatore nella panchina della Pallacanestro Reggiana.
Un’identità che si basa su concetti semplici ma che arricchiscono le qualità collettive del gruppo. Offensivamente “passandosi la palla, cercando la migliore situazione possibile” e difensivamente “aiutandosi l’uno con l’altro”. Dettami che hanno funzionato molto bene in Islanda, dove l’Italia ha raccolto 28 punti da palle perse e ha coinvolto tutti: 54 punti sono arrivati dalla panchina.
Al ritorno in Italia, invece, la fluidità del gioco offensivo è latitata, con uno stravolgimento dei piani rispetto alla prima partita di questa finestra: l’Islanda a condurre, con l’idolo reggiano capitan Nicolò Melli e compagni a rincorrere, perdendo inerzia a stretto giro col passare dei minuti.
“Ci tenevamo a vincere questa partita, specialmente in casa. È chiaro che succedono queste partite storte. A noi non entrava praticamente niente, siamo partiti veramente molli in difesa”, sottolinea Marco Spissu. “Loro, invece, molto duri, con anche qualche tiro fortunato. Abbiamo provato a recuperarla, però il vantaggio iniziale alla fine ci ha un po’ penalizzato secondo me”, aggiunge.
Ha fatto differenza anche l’approccio decisamente meno mirato alla sovraesposizione di Elvar Fridriksson e Tryggvi Hlinason da parte degli ospiti islandesi, che hanno visto serate in spolvero da parte di gregari come Kristinn Palsson (22 punti con 5/6 dall’arco e 5/5 ai liberi, dalla panchina).
Lo sottolinea Federico Fucà. “Rispetto alla prima gara, l’Islanda ha coinvolto più giocatori, i loro tiratori ci hanno fatto male. Nella prima partita eravamo stati bravi a limitare [Elvar] Fridriksson e [Tryggvi] Hlinason, su cui siamo riusciti comunque a fare un buon lavoro anche in casa – ha chiuso con 3 punti su 1/2 dal campo e 8 rimbalzi, ndr”.
Ad ogni modo, nonostante la sconfitta interna con i ragazzi di Craig Murray Arne Pedersen, l’Italia rimane seconda per punti segnati (84.8), percentuale da tre (39.5% su 28.5 tentativi a gara) e assist distribuiti (22.3) di media tra tutte le compagini che si stanno giocando queste qualificazioni.
Quattro nuovi Azzurri
Una finestra che ha portato tante certezze, sebbene senza la ciliegina sulla torta di un altro 2-0 da aggiungere ai risultati del Gruppo B – dove gli uomini di Gianmarco Pozzecco conducono comunque con 7 punti raccolti in quattro partite e +45 in differenza canestri. Ad esempio, la sicurezza che ci sia materiale da sviluppare e coltivare per il futuro.
Le prime due uscite in Azzurro di Grant Basile – di cui potete leggere la storia attraverso le sue parole in questo articolo – dicono 12.0 punti, 4.5 rimbalzi, 1.5 assist e 1.5 palle rubate. Aggiungeteci faccia giusta, l’atteggiamento encomiabile e qualche tiro forzato di troppo, da limare.
Federico Fucà, così come tutto il coaching staff e il lontano Ricky Fois, che l’ha “scoperto” un paio d’anni fa, non nasconde la soddisfazione. “Grant [Basile] è stato sicuramente una bella sorpresa. Ci ha dato una grande mano nella vittoria in Islanda e siamo felici per lui. Adesso è diventato a tutti gli effetti un giocatore che aumenta e allunga il gruppo di componenti di questa Nazionale”, afferma.
Non è mancata la solidità da parte di Riccardo Rossato, tra i debuttanti l’unico insieme al 24enne italoamericano a giocare due volte con l’Islanda, così come un’ottima predisposizione al sacrificio da parte di Federico Poser, e il tanto atteso esordio con questa maglia del classe 2006 Dame Sarr.
Marco Spissu, ormai un veterano di questa Nazionale, ha speso belle parole per i nuovi arrivati. “Sono giocatori che fanno parte del grande gruppo. Hanno avuto una chance e se la sono meritata, perché nelle rispettive squadre stanno facendo veramente bene. Anche in queste due partite hanno fatto vedere belle cose, quindi è giusto che entrino anche i giovani a far parte del gruppone”, dice.
“Il gruppo, oltre al grande obiettivo della qualificazione all’Europeo”, aggiunge Fucà, “si porta dietro l’ennesima nuova esperienza per qualche ragazzo che per la prima volta ha toccato la maglia della nazionale”, dice. “Questo è un grande aspetto positivo per la nostra pallacanestro”, afferma.
Febbraio è dietro l’angolo
Al giro di boa di questo percorso di qualificazione ad EuroBasket 2025, le quattro nazioni ospitanti (Cipro, Finlandia, Polonia e Lettonia) sono state raggiunte da altri sette Paesi che hanno timbrato il passaporto: Italia, Turchia, Slovenia, Israele, Spagna, Serbia e Lituania.
Non era affatto scontato essere certi del proprio destino dopo quattro partite nel Gruppo B, e lo dimostra il fatto che gruppi solidi ed esperti – con le dovute defezioni legate alla sovrapposizione dei calendari tra impegni FIBA ed Euroleague – come Germania, Francia e Grecia non siano ancora matematicamente certe dell’obiettivo prefissato all’indomani dei sorteggi.
Le prossime sfide in Turchia e in casa con l’Ungheria, dunque, saranno delle occasioni importanti per plasmare il gruppo in vista dell’impegno più importante dell’anno. Con un roster libero da impegni con i rispettivi club, il lavoro per arrivare al meglio in estate può continuare senza grossi intoppi.
“Parlando della finestra in generale”, dice Fucà, “ci portiamo a casa una bella settimana di lavoro, dove abbiamo fatto fare esperienza a ragazzi che non avevano mai visto la maglia azzurra e soprattutto abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: portare a casa la qualificazione”, sottolinea.
Tra l’eruzione del vulcano a pochi chilometri dalla capitale islandese e il vin brulè in piazza per la festa di San Prospero, non passa solo il caldo sollievo dal gelo invernale che ha circondato l’Italia in questa finestra fine settimanale sulla tratta Reykjavik-Reggio Emilia.
L’Italbasket di Marco Spissu, Dame Sarr, Nicolò Melli, Davide Moretti, Diego Flaccadori, Amedeo Tessitori, Giampaolo Ricci, Grant Basile, Giordano Bortolani, Guglielmo Caruso, Michele Vitali, Riccardo Rossato, Federico Poser, Luca Severini, Davide Alviti e Nicola Akele si saluta.
Ci si ritrova tra qualche mese, con una sostanziale certezza per scaldarsi le mani e dire ciao al 2024: la strada verso EuroBasket 2025, dopo quest’impegni di novembre, ha anche una sfumatura azzurra.