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Dal mare al mare: Grant Basile si tinge d’azzurro

23 Novembre 2024

A volte la vita fa giri talmente astrusi che alla fine sembrano perfettamente allineati. Come tutto dovrebbe essere. E se una famiglia di pescatori palermitani decide di emigrare negli Stati Uniti, un secolo dopo il destino restituisce un’opportunità in mezzo al mare. Letteralmente.
L’Islanda è una terra di fuoco e acqua. Il fuoco che si sprigiona sotto forma di lava dai suoi vulcani millenari, le cui eruzioni scandiscono il passare del tempo. E l’acqua, sotto varie forme: ghiacciata, viste le temperature che si raggiungono nella stagione invernale; vaporosa, facendo collidere in aria le fuoriuscite dei geyser con il gelo circostante; liquida, come quella che la circonda.
Il bisnonno di Grant Basile non avrebbe avuto gli strumenti, la predisposizione e forse nemmeno la voglia di avventurarsi a pescare tra le onde gelide e imperturbabili del Mar di Groenlandia, abituato alla calda Palermo. Ma è proprio a queste latitudini che un suo discendente si è bagnato d’azzurro.

Da Arizona a Reykjavik

Il 18 marzo 2022, i Wright State Raiders perdono al primo turno contro il college con il miglior ranking dell’NCAA Tournament South Regional, gli Arizona Wildcats. È il primo anno per Riccardo Fois nel coaching staff di Tommy Lloyd, con cui aveva già lavorato cinque anni a Gonzaga. Quella sera, Bennedict Mathurin (oggi agli Indiana Pacers), Azuolas Tubelis (oggi al Rytas Vilnius, avversario dell’Italia nel Pre-Olimpico con la Lituania), Christian Koloko (passato da Raptors e Lakers) e Dalen Terry (oggi tra Windy City e Chicago Bulls) non lasciano scampo ai Raiders.
Un ragazzo con la 21 sulle spalle, però, non sfigura. Per niente. “Non sarei qui senza di lui”, ricorda Grant Basile, che quella sera chiuse con 21 punti, 5 rimbalzi, 2 rubate e 3 stoppate. “Il mio cognome aveva ovviamente stupito, e Ricky [Fois] mi ha aperto gli occhi rispetto a questa possibilità. “È reale”, mi disse. Lì mi resi conto che avrebbe potuto essere un’opportunità straordinaria”, aggiunge.
Sono contentissimo che Grant abbia avuto questa possibilità”, dice Riccardo Fois da Sacramento, dove allena nel coaching staff dei Kings. “Se lo merita, per come sta giocando quest’anno: sta dominando il campionato di A2. Già l’anno scorso aveva fatto molto bene. Penso che sia cresciuto tantissimo negli ultimi due anni e mezzo, da quando è arrivato in Europa”, aggiunge.
Quel cognome, quel “Basile”, aveva catturato la mia attenzione fin da quando ho iniziato a studiarlo nello scouting report. Contro di noi mi aveva fatto una gran bella impressione: aveva fisicità, giocava tosto e tirava. Questa penso che sia la cosa che mi ha colpito di più del suo gioco”, continua.
Per quello che ha dimostrato, è il prototipo del centro moderno, ma dalle sfumature vintage. “Lui è un po’ old school, fisico e che finisce intorno al ferro, sa giocare in post basso; ma al contempo è molto moderno: tira da tre molto bene, sa aprire il campo. Era un giocatore molo interessante come caratteristiche”, ricorda Riccardo Fois, che poi passa alla componente umana.
Conoscendolo meglio, ho scoperto quanto tenesse e fosse affezionato alle sue origini italiane. Da lì è iniziato tutto il processo che l’ha portato ad esordire per l’Italia. Sono sicuro che potrà darci una grossa mano a qualificarci, e anche in futuro”, aveva concluso dall’America.
L’avvicinamento alla Nazionale italiana di Grant Basile era partito da quella sconfitta attesa, ma pur sempre parte del gioco del destino che ha messo tutto in ordine. Senza Riccardo Fois, che ha aiutato il classe 2000 “in maniera fantastica” – citando lo stesso nativo di Milwaukee -, non si sarebbe imbarcato direzione Reykjavik. Dove ha messo il primo tassello del suo cammino con questa maglia.

Arrivare ai grandi passando dal Green Team

Venerdì sera, nella terza partita del Gruppo B nel cammino di qualificazione verso EuroBasket 2005 – dove gli Azzurri avevano già raccolto due vittorie a febbraio, in casa con la Turchia e in trasferta contro l’Ungheria -, Grant Basile ha ufficialmente fatto il suo debutto con l’Italia. Nella serata che ha visto anche gli esordi in Azzurro di Riccardo Rossato e Federico Poser, il 24enne ha messo in scena una prestazione a tratti dominante: 19 punti, 4 rimbalzi, 3 assist e 3 rubate. Tante sportellate e bei movimenti sotto canestro con i lunghi islandesi, un 3/8 dall’arco che aiuta nelle spaziature e infine un discreto miglioramento ai liberi (4/6), il suo tallone d’Achille da sempre.
Mi sono divertito un sacco”, ha detto a caldo dopo la vittoria 95-71 sul campo del Laugardalshöll di Reykjavik. “Ero un po’ nervoso ed emozionato prima della partita, pensando al fatto che finalmente sarei riuscito ad esordire con questa maglia. È una bellissima esperienza e un onore”, ha continuato.
Riccardo Rossato, che conserverà per sempre questo 22 novembre nel cuore, ha avuto belle parole per l’italoamericano. “Deve migliorare ancora tanto ma può fare benissimo. Non era scontato, ma ha dimostrato che questi sono i suoi palcoscenici. Sono sicuro che se continuerà a lavorare come sta facendo, potrà togliersi grandissime soddisfazioni”, ha detto del compagno con la 21 sulle spalle. Grant Basile si era presentato in conferenza stampa nel post-partita accanto ad Edoardo Casalone, che l’aveva già allenato nella nazionale sperimentale la scorsa estate. “Il Green Team è una grande iniziativa per mettere gli esordienti nelle condizioni di conoscere ancora al meglio tutto il sistema, ciò che lo circonda, e questo gruppo di ragazzi fantastici”, ha detto il centro.
Con quel gruppo di ragazzi, aveva mostrato tutto il suo potenziale nelle due amichevoli giocate contro la Spagna nell’estate 2023. 19.0 punti e 10.5 rimbalzi di media: un buon modo per iniziare a prendere le misure. “Sono ancora in contatto con tutti i ragazzi di quella squadra: è stato bello approcciarsi così a questa fratellanza”, ricorda. Nel secondo tempo della sfida in terra islandese, in panchina è mancato l’apporto tecnico di Coach Gianmarco Pozzecco – costretto a rimanere negli spogliatoi a causa di un forte attacco di emicrania -, a cui il versatile centro della Pallacanestro Cantù si è già affezionato.
Coach ha giocato a basket per tanti anni, così come Peppe [Poeta], che ha smesso di recente. Quando prepariamo le partite, o parla con la squadra, percepisci quanto sia un “players’ coach”, dice. E non c’è modo di tradurre che renda merito a tale locuzione – ancora poco inflazionata.
Capisce il gioco, non si aspetta che vada tutto alla perfezione: perché sa che in campo tutto può succedere. Si fa valere per i suoi giocatori e per la passione che ha, che è la stessa di quando giocava. È davvero bello giocare per lui e per questo gruppo di allenatori”, continua l’italo-americano.

Intraprendere un cammino familiare

Quell’epifania contro Arizona era stata seguita da un anno in un college più prestigioso, a Virginia Tech, ma Grant Basile aveva già deciso la sua prossima tappa. Ottenuto il passaporto, per immergersi fin da subito nella realtà della pallacanestro italiana, si era spostato a Tortona.
Da lì, un rapido assaggio di Serie A con Pistoia e quella che è parsa agli occhi di tutti come una prima consacrazione a Orzinuovi: quasi una doppia doppia di media (20.9 punti e 9.7 rimbalzi a partita) nella sua prima annata in A2. Ciò che sorprende è come non si sia fatto influenzare da fattori esterni.
“L’anno scorso è stato complesso per me, non riuscendo a trovare una vera e propria stabilità. Non è facile cambiare quattro squadre in una singola stagione [Tortona, Pistoia, Orzinuovi e Saskatchewan Rattlers, con cui ha avuto una breve parentesi in Canada]”, dice.
Ma tutto accade per un motivo, e questa situazione mi ha permesso di continuare a crescere”, continua. Quest’anno, per Grant è arrivata la tanto attesa stabilità e continuità, chiamato da Nicola Brienza – che l’aveva fatto debuttare in Serie A, in trasferta contro Varese – per aiutare Cantù a lottare per un ritorno in Serie A. È stato importante iniziare a costruire fin dall’inizio”, sottolinea.
Nello spogliatoio brianzolo, ha trovato chi l’ha preceduto in questa scelta di vita. “Quello che mi ha detto più spesso è di ricordarmi dell’onore che devo provare nell’indossare questa maglia“, Grant Basile dice di Christian Burns, che l’Azzurro l’aveva sposato prima di EuroBasket 2017.
Ogni volta che sono venuto a contatto con questi ragazzi”, continua, “mi sono reso conto di quanta passione e voglia di lottare si respiri nel rappresentare il proprio Paese. È incredibile vivere tutto ciò e sono pronto a dare tutto quello che ho per l’Italia. Esattamente come fanno tutti i miei compagni da ogni allenamento, training camp, amichevole o partita ufficiale”, aggiunge il 24enne di Pewaukee.
Una sensazione che hanno provato in passato anche Riccardo Moraschini, Andrea De Nicolao e Filippo Baldi Rossi, altri suoi compagni di squadra a Cantù con un passato in Nazionale. “Tutti loro sono stati fantastici con me”, dice dei veterani italiani con cui condivide lo spogliatoio.
Hanno giocato in Serie A, hanno giocato in EuroLega, hanno giocato in Nazionale: hanno fatto tutto quello che mi auguro di realizzare nel corso della mia carriera. Non avrei potuto chiedere dei veterani migliori per guidarmi in questa nuova avventura ed aiutarmi a metabolizzare un nuovo processo d’aggiustamento”, Grant Basile continua sui suoi compagni.

Una nuova pagina azzurra

In attesa dei nuovi rinforzi azzurri dopo il Round 11 di EuroLega, a Reykjavik Grant Basile è stato anche accompagnato dall’esperienza di Capitan Marco Spissu, di Michele Vitali e di un compagno di reparto come Amedeo Tessitori, che ha fatto riposare in uscita dalla panchina.
E poi un backcourt ricco di esuberanza offensiva con Davide Moretti, Giordano Bortolani, Davide Alviti, e due lunghi in grado di aprire il campo – caratteristica che scorre nelle vene di Grant Basile, come dimostrato tanto in NCAA quanto nelle ultime due stagioni con Orzinuovi e Cantù – come Nicola Akele e Luca Severini, che Basile ben conosce dalle settimane trascorse insieme a Tortona.
Debuttando al Laugardalshöll della capitale islandese, ricorderà di questa trasferta per tutta la vita. “È un’opportunità davvero emozionante, mi sento molto fortunato. Dopo l’esperienza del Green Team e il raduno di quest’estate, poter finalmente indossare questa maglia è entusiasmante”, dice.
Adesso, il battesimo davanti ai suoi connazionali, nella rivincita con la squadra allenata da Craig Murray Arne Pedersen in programma lunedì a Reggio Emilia. Una partita che Grant, anche prima del debutto tra gelo e lava del vulcano sulla Penisola di Reykjanes, si era segnato sul calendario.
Sarà stupendo giocare a Reggio, una città che ha una profonda storia di pallacanestro. Non faccio altro che parlare di tutte queste nuove esperienze con la mia famiglia, e non vedo l’ora che partecipino anche loro. Sentir cantare l’inno dalla nostra gente sarà meraviglioso”, si emoziona.
La seconda partita ufficiale con la maglia della Nazionale da parte del 24enne nativo di Pewaukee potrebbe coincidere con la matematica qualificazione ad EuroBasket 2025, dove Grant Basile spera di arrivare con i gradi dell’Azzurro ormai consacrato, inserito nel sistema di Gianmarco Pozzecco.
Senza fissare lo sguardo troppo in là, il presente dice che l’eredità dei pescatori palermitani ha gettato la rete fino alla baia di Reykjavik, dove l’aurora boreale ha illuminato la notte del ragazzo che sognava l’Azzurro. Un tuffo in un mare nuovo, che gela e ti riscalda.

 

                                                                                                                                                Cesare Milanti