Under 18 femminile
Backstage Azzurro, dentro il raduno della Nazionale Under 18 femminile

La prima Nazionale a radunarsi nella lunga estate Azzurra in vista degli Europei è l’Under 18 Femminile, che riparte dal blocco storico capace di conquistare il Bronzo Under 16 ad Izmir nel ’23 e qualificarsi per il mondiale Under 17 giocato in Messico la scorsa estate.
Insieme a Emma Giacchetti e Beatrice Cerè (Magnolia Campobasso), Emma Volpato e Olivia Ostoni (Geas Sesto San Giovanni), Marianna Zanetti (Ororosa Bergamo), Emma D’Este (Reyer Venezia), Nicole Torresani (BCC Sparta Bertrange) e Francesca Baldassarre (Polisportiva Battipagliese) nei primi giorni del ritiro di Montegrotto Terme abbiamo riavvolto il nastro dei ricordi di un viaggio che ha come prossima tappa l’Europeo di La Palma dal 5 al 13 Luglio.
Obiettivo: La Palma
La Medaglia di Bronzo è custodita nelle camerette di ognuna di loro, tranne una. Quella che è riposta nel soggiorno della casa di Marianna Zanetti, che, dopo averla indossata per tutto il viaggio di ritorno come caldamente suggerito da coach Giovanni Lucchesi, l’ha consegnata alla mamma perché la conservasse prima di partire per il mare.
E, anche se nessuna lo dice, c’è da scommettere che Olivia, Beatrice, Emma “al cubo” (il cognome Volpato offre di certo un paio di comodi assist con “Fox” e “Volpe”, allo staff il compito di trovare un diminutivo che distingua D’Este e Giacchetti), Nicole e Francesca è lì, uscendo dalla propria stanza, che abbiano lanciato uno sguardo di sana sfida misto ad un sorriso prima di partire per il ritiro di Montegrotto. C’è un nuovo Europeo da preparare, sempre insieme come due anni fa ad Imzir – dove l’Italia chiuse terza – e come nel mondiale messicano dello scorso anno a Leòn.
Ad attenderle ci sono sono coach Luca Andreoli ed uno staff tutto nuovo, con la consapevolezza evidente di essere cresciute e maturate anche grazie alle esperienze vissute nell’ultimo biennio. Anche perché Emma Giacchetti e Nicole Torresani assicurano come e quanto più della categoria (da Under 16 a 18) e l’anagrafe, contino le compagne con cui affrontare questo nuovo impegno continentale: “e noi siamo forti, siamo insieme ormai da tre anni e non aspettiamo altro che giocare”. Loro che – insieme anche a Giorgia Gorini, che nel frattempo aveva lasciato il ritiro per sostenere gli esami di maturità – l’Europeo Under 18 l’hanno già giocato lo scorso anno in Portogallo, chiudendolo con un nono posto finale poco generoso per aver vinto cinque partite in sette gare, ma servito comunque a garantire la permanenza in Division A e la qualificazione anche per l’edizione ’25.
Flashback: Izmir ’23
Il cammino d’avvicinamento all’Europeo Under 16 2023 non era iniziato nel migliore dei modi: “Siamo partite davvero con zero aspettative, nelle amichevoli avevamo fatto “pena” e l’unico pensiero che ci balenava nella mente era quello di provare a giocarcela con tutte ed evitare di retrocedere nella Division B”, rispondono convinte le future terze classificate. Ma poi, strada facendo, la scintilla si accende ed inizia ad infondere la convinzione di poter impensierire anche squadre importanti come la Francia, l’Italia è spensierata, non ha nulla da perdere, le ragazze si compattano sempre più e pur dopo la beffa supplementare con le transalpine trovano le forze soprattutto mentali per andare ad acciuffare, ancora al fotofinish, un più che meritato Bronzo contro la Finlandia.
Gli scali in aeroporto, il mercato di Istanbul, l’immancabile kebab, la sfida a bowling con i genitori, l’ingresso improvviso in stanza delle donne delle pulizie, l’onnipresente Starbucks e la meno prevedibile Decathlon per comprare gli occhialini pur consce di non poter fare il bagno in piscina, l’attesa per il viaggio di ritorno accampate a terra una sull’altra sono le “istantanee” ancora nitide, due anni dopo, di un viaggio in Turchia partito, come detto a fari spenti, ma concluso con un nuovo ticket ed una nuova esperienza da vivere insieme. Il Bronzo, infatti, è valso la qualificazione per un Mondiale in Messico ancor più ricco di avventure e peripezie (per saperne di più clicca qui e qui).
“Ma meglio terze o seconde?”, viene spontaneo chiedere riportando alla mente l’irrisolta disputa Melli – Datome durante gli episodi del podcast azzurro Afternoon. C’è solo un iniziale parzialissimo tentennamento, per il resto anche qui la posizione resta largamente condivisa: “Seconde, perché sei già certa di una medaglia e dell’entusiasmo di poter giocare una finale, tanto il dispiacere di una eventuale sconfitta poi passa”, anche se non deve essere stato facile digerire il supplementare perso con la Francia in semifinale, che è unanimemente la gara che tutte le protagoniste di questa chiacchierata, se ne avessero la possibilità, vorrebbero rigiocare.
Leon ’24
Il tornado sulle Canarie che aveva ritardato l’atterraggio a Las Palmas per la disputa di uno dei tornei di preparazione non poteva che essere il presagio di un Mondiale rivelatosi ricco di storie da raccontare. E da affrontare a delle altitudini decisamente differenti da quelle alle quali siamo abituati, tanto da spingere le atlete ad affrontare i tanti lavori atletici a carattere metabolico indossando le mascherine FFP2. “Francesca era già rossa in volto dopo aver corso le prime cinque volte il campo, Emma D’Este doveva stare in posizione eretta perché era più lunga della barella che l’avrebbe dovuta trasportare, c’è chi piangeva e chi correva a braccetto restando aggrappata ad una compagna, ma non potevamo e soprattutto volevamo mollare né tirarci indietro e ora riconosciamo quanto tutto questo abbia contribuito a formare positivamente il nostro carattere e darci consapevolezza”, ammettono in coro le protagoniste coinvolte.
Sullo sfondo l’inconfondibile rumore degli spari della Security, un fan di Olivia Ostoni alla costante e ossessionata ricerca di una foto, la presenza di grandi ventilatori caratterizzano la settimana messicana, che prosegue anche sul campo, non senza l’invasione di campo di volontarie chiamate a pulire il parquet dal passaggio di alcuni volatili. “Avevo rubato una palla e stavo correndo in contropiede, ma una di loro non aveva finito di pulire ed era ancora in campo quando stavo andando a canestro”, ricorda Emma Giacchetti tra l’incredulo ed il divertito. E a tifare per l’Italia ad ogni gara c’è anche Giulia, la figlia di un italiano immigrato in Messico, che segue attentamente ogni timeout ed omaggia le sue beniamine con un regalo ciascuna, come il braccialetto che Emma Volpato conserva ancora affettuosamente.
Un percorso chiuso al settimo posto e passato anche attraverso una partita contro il Mali vinta nettamente, ma trasformatasi ben presto in una corrida sin dalla palla a due: “Fu espulso il loro capo allenatore, allora si alzò la sua assistente che immaginiamo abbia impartito l’ordine di far fallo. Ne commisero quattro in neanche due minuti, il pubblico si era inspiegabilmente infiammato contro di noi e da una lotta su una palla vagante Beatrice venne anche colpita con un pugno al volto”, ricordano le Azzurre, costrette peraltro ad attendere svariati minuti in panchina prima di abbandonare l’impianto a partita finita e a cenare attorniate dalla scorta. La nazionale africana, infatti, oltre ad essere stato sorteggiato nello stesso girone di qualificazione, alloggiava anche nel medesimo albergo dell’Italia.
Montegrotto ’25: Tra musica e passioni…
Il ritiro pre – europeo arriva solitamente in un momento d’inizio estate che per tante coetanee corrisponde ai primi bagni al mare e alle serate spensierate trascorse finalmente senza dover guardare l’orologio, sacrifici e rinunce che si accentuano nel caso di chi già durante il campionato è stata per un lungo periodo lontano da casa. Ma bastano già i primi giorni di raduno, tra un tuffo in piscina ed una sfida a parole crociate, per riprovare nuovamente l’orgoglio di vestirsi d’azzurro e la voglia di trascorrere del tempo insieme, come accade poche altre volte durante l’anno. E ben presto la chiacchierata può anche farsi un attimo più seria, del resto la maturità delle interlocutrici si percepisce essere ben presto superiore all’età anagrafica, forgiata anche da alcune importanti esperienze vissute anche già tra le senior:
” Sappiamo che non si può vivere di solo basket, soprattutto al femminile” è la risposta unisona, cui fanno eco “dentista e fisioterapista” come risposte alla domanda se ci fosse già un’idea su cosa voler fare “da grandi”. E se Beatrice sa che “certamente mi iscriverò all’università, anche se non so ancora esattamente a quale facoltà”, Marianna racconta quanto ami “suonare il pianoforte” ed Emma “Fox” è già da questa età animatrice in oratorio, “perché le piace tanto stare a contatto con i bambini”.
La musica – e a questa età non potrebbe essere diversamente – è un’altra fedele compagna di tanti momenti della giornata delle azzurre e a dare il via al warm – up prepartita ci pensano le note della playlist “Under 18 2025 “, che solitamente inizia con “Can’t Hold Us”. Una compilation nata da Olivia Ostoni e successivamente implementata da colei che si erge in maniera naturale a leader musicale del gruppo: Francesca Baldassarre. A riposo precauzionale nel match contro la selezione americana, la regista pugliese è salita direttamente in console per iniziare a far risuonare le casse del PalaBerta, e nel pre-match con la Lettonia, non ha esitato ad intimare: “Massimo, ma la musica?”, rivolgendosi al factotum del PalaBerta incurante del precario equilibrio, trasportando tra le mani la stampante per le statistiche verso il tavolo degli UDC, in cui verteva il paziente dirigente veneto nello scendere la gradinata del palasport.
Notti di sogni, di coppe e di campioni…
E mentre in Veneto si giocano le prime amichevoli in preparazione all’Europeo, in tv c’è il debutto della Nazionale senior di coach Capobianco pronta all’esordio nel girone di qualificazione contro la Serbia. Le prodezze decisive di Cecilia Zandalasini le valgono quasi un plebiscito su chi sia la giocatrice modello delle azzurrine, anche se Emma Giacchetti si “sottrae”, confermando l’ammirazione per due interpreti del suo ruolo come Mariella Santucci e Costanza Verona. Ma qualche giorno, in occasione di un’altra partita trasmessa in tv, non era mancato qualche momento di “tensione”.
“Mi ha detto: com’è bello vincere uno scudetto e l’ho chiusa fuori dalla stanza” – scherza “Olly”, non senza un pizzico di serietà – “ho detto: come deve essere bello vincere uno scudetto senior”, si difende Emma Giacchetti dall’accusa della sua compagna di camera. Ad innescare questo incidente diplomatico è il tricolore vinto dalla Virtus Bologna su Brescia, come quelli (quattro complessivamente) che la playmaker della Magnolia ha conquistato negli ultimi anni, battendo in finale spesso e volentieri proprio il Geas della sua coinquilina. Memorabile il duello a distanza, nella finale per il titolo Under 17 dello scorso anno vinto dalle molisane in rimonta e dopo un supplementare (85-79), nel quale Emma segnò 30 punti, Olivia scrisse 34 con otto triple a bersaglio, che tuttavia non bastarono a portare il tricolore in Lombardia. Una sfida che si è replicata anche poco più di un mese fa, al piano “di sopra” dell’Under 19 sul parquet della Molisana Arena, con un esito più netto del punteggio e condizionato dai tanti infortuni occorsi a Sesto. Il ricordo di quella partita e le diverse angolazioni da cui vennero vissuti quegli infortuni riaccendono la discussione anche durante l’intervista e testimoniano il fuoco agonistico che scorre nelle vene di un gruppo che però l’azzurro rimette nuovamente dalla stessa parte e le vede pronto a riprendere il filo del discorso due anni dopo l’esordio in Turchia.
Prossima tappa: Folgaria
Un discorso ripartito, come detto, a lavoro con uno staff tecnico nuovo, ma ben predisposto a dar sfogo, all’interno di regole ben chiare, al talento di un roster, nonostante i pochi giorni di lavoro, già capace di segnare 56 punti in 20’ alla Adidas 3SSB Project e dodici triple alla Lettonia. La stessa avversaria battuta in chiusura di ritiro con un +15 finale per certi versi anche poco veritiero e subendo ben venti punti in meno della sconfitta del giorno prima, maturata quasi interamente nell’ultimo quarto. Idee chiare ben più del diplomatico: “aver dato il massimo ed esserci divertite” con cui le azzurrine liquidano la domanda su cosa le renderebbe soddisfatte nel prossimo Europeo. E che lascia intendere quanto sia forte la voglia di lasciar parlare il campo e far di tutto perché quel bronzo di Izmir non resti un isolato frutto del caso.
A cura di Donatello Viggiano