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Primo posto e volti nuovi: cosa ci dicono le sfide con Turchia e Ungheria?

27 Febbraio 2025

Reggio Emilia non sarà stata fredda come Reykjavik, a fine novembre. Il PalaBigi di certo non lo era, visto il caloroso benvenuto riservato alla Nazionale di ritorno dal venerdì di pallacanestro, vulcani in eruzione e aurore boreali. Fredda o meno, la penultima finestra che ha caratterizzato il cammino azzurro verso EuroBasket 2025 aveva garantito la qualificazione matematica per l’estate.

Anche per questo, con l’unico obiettivo fissato nel raggiungere il primo posto nel Gruppo B, gli impegni contro Turchia e Ungheria di fine febbraio hanno rappresentato un’opportunità di cui spesso, con calendari sempre più fitti, non si riesce a godere: immagazzinare esperienza e minuti nelle gambe in partite ufficiali, sullo sfondo di contesti diversi, senza il rischio di tralasciare punti da rimpiangere nel cammino. Dal lunatico meteo di Istanbul al sole di Reggio Calabria.

A bocce ferme, il bilancio di queste ultime due uscite è di una vittoria senza se e senza ma contro la Turchia, chiamata a giocarsi il ruolo di apripista al sorteggio del girone e infine scivolata al terzo posto, dietro all’Islanda, e di una sconfitta agrodolce contro un’Ungheria obbligata alla vittoria esterna per continuare a sperare in un posizionamento tra le 24 partecipanti all’Europeo.

Due partite in cui Alessandro Pajola ha assunto i gradi del capitano, con qualche giorno di riposo in più concesso a veterani come Nicolò Melli, Marco Spissu, Stefano Tonut e Giampaolo Ricci, in cui quelle che erano le promesse del domani, pensando a Matteo Spagnolo, Gabriele Procida, Momo Diouf, Giordano Bortolani e Guglielmo Caruso, si sono trasformate in elementi di continuità anche sul lungo periodo. E in cui, come ormai da prassi, si sono visti dei volti nuovi vestire questi colori.

Come era capitato a me anni fa, ogni finestra c’è sempre qualcuno che fa l’esordio. È un elemento che contraddistingue questi appuntamenti, che fa parte del progetto generale di coinvolgere con la maglia azzurra chi se lo merita, chi sta facendo una buona stagione”, dice Giordano Bortolani, che ha chiuso questa febbraio come miglior marcatore della Nazionale, a 14.5 punti di media.

Al momento delle convocazioni per l’ultimo raduno di Roma, dopo i dieci esordi raccolti dall’inizio del ciclo di Gianmarco Pozzecco, erano quattro i potenziali debuttanti: Matteo Librizzi, Francesco Ferrari, Sasha Grant e Saliou Niang, reduce dalla vittoria in Coppa Italia con Trento, nominato Miglior Italiano della competizione. Alla fine, gli ultimi due sono andati a referto contro i magiari, con l’ala 20enne di origini senegalesi scesa in campo per una decina di minuti.

Ne parla Peppe Poeta. “Ci piace dare queste possibilità ai ragazzi che le meritano, che fanno vedere di far bene. Vogliamo monitorare il più possibile il panorama e poi far vivere nel concreto l’esperienza della maglia azzurra, che è una cosa speciale. Vogliamo vedere più ragazzi coinvolti all’interno di questo progetto di transizione, dove vogliamo guardare al nuovo, senza dimenticarsi i veterani”.

Belle facce, intensità e divertimento

Contro una Turchia priva di giocatori del Fenerbahce ma pur sempre ricca d’esperienza grazie a Shane Larkin, Cedi Osman, Onuralp Bitim e Furkan Korkmaz, giusto per citarne alcuni, l’Italia ha concesso ai padroni di casa appena 24 secondi in vantaggio, a metà del primo quarto. Per ben 36:41 minuti, la Nazionale di Gianmarco Pozzecco ha mantenuto salda la guida della gara.

Una prova che sa di maturità, nonostante nessuno avesse scollinato i 30 anni a roster. Il quintetto iniziale Pajola-Spagnolo-Procida-Severini-Diouf vantava 24 anni d’età media, ed erano tutti componenti anche della squadra che ha giocato l’ultima competizione internazionale con questa maglia, il Mondiale 2023. Non è un caso, visto che in una fase transitoria come quella che sta vivendo questo gruppo è cruciale avere elementi di continuità.

È anche un passaggio di consegne, con ruoli diversi. Stiamo responsabilizzando questi ragazzi a prendersi iniziative, a giocare con fiducia, vestendo una maglia importante. Hanno dimostrato questi di avere grandissimo senso di responsabilità, enorme voglia ed entusiasmo di vestir l’azzurro, grandissima serietà”, sottolinea Peppe Poeta, e sembra che riecheggino le voci di tutto lo staff.

È una squadra che ha dimostrato di tenerci nonostante fossero ragazzi giovani. Che possono pensare ad altro, all’esordio, a fare dei canestri. Questa squadra ha dimostrato che ha un gran senso di responsabilità, un bel atteggiamento, una faccia giusta, una grande abnegazione difensiva che abbiamo visto in entrambe le partite. Quindi lo spirito innanzitutto è quello giusto, le facce sono quelle giuste: questo fa ben sperare, più di tutto”, aggiunge l’head coach di Brescia.

Come sottolineato in precedenza, uno dei volti più positivi di questi giorni è stato Giordano Bortolani. “Mi sono divertito in entrambe le finestre, specialmente quest’ultima. Alla fine, il motivo per cui gioco è il divertimento in primis; quindi, sono contento di questo. Ho avuto delle buone sensazioni e sono stato bene in generale. Non nego che sicuramente mi mancava molto il campo, quindi in certi frangenti potevo sicuramente fare meglio. Sicuramente mi ha dato un po’ di aria”, dice con sollievo.

Ma l’abituarsi sempre più ad essere punti fermi di questo gruppo ha aiutato anche Momo Diouf, che ha raccolto 9.5 punti, 7.0 rimbalzi e 3.0 assist di media, dimostrando di poter dare conferme positive all’ottima stagione personale vissuta sinora alla Virtus Bologna. Matteo Spagnolo e Gabriele Procida, dalla loro, hanno dato seguito alla buona intesa mostrata ormai da due stagioni all’ALBA Berlino.

In generale, anche visti i soli 69 punti concessi di media a febbraio, Peppe Poeta ha visto l’approccio giusto in campo. “Ci sono tanti segnali positivi, dalle facce all’atteggiamento, allo star bene insieme. Si nota dal modo di stare in campo. Abbiamo fatto due partite di spessore difensivo. Quando si difende vuol dire che c’è un bello spirito, c’è grande voglia di far bene,” dice. D’altronde, gli Azzurri hanno costretto Turchia (23/58) e Ungheria (28/61) a basse percentuali di tiro dal campo.

Penso che il campo parli,” sottolinea Giordano Bortolani sul risultato che proietta la Nazionale italiana verso FIBA EuroBasket 2025. “Siamo arrivati primi, quindi è più che positivo. Allo stesso tempo è anche normale che ci siano dei momenti più bassi. Ci riuniamo da un giorno all’altro, dobbiamo cercare di preparare due partite in una settimana,” aggiunge.

L’eterogeneità del gruppo e il continuo andirivieni di volti nuovi è un fattore estremamente positivo per l’evoluzione naturale del panorama, ma in serate bloccate come quella del PalaCalafiore emerge il rovescio della medaglia.Una finestra c’è un certo gruppo, la finestra dopo ce n’è un altro. Quindi sicuramente non è semplicissimo di base giocare in queste situazioni. Si è visto anche un po’ contro l’Ungheria, che in certi momenti ognuno andava un po’ per i fatti suoi, però penso sia normale”, dice.

L’ultima finestra con vista EuroBasket

L’ultima sconfitta indolore contro l’Ungheria dell’ex Capo d’Orlando e Treviso Zoltan Perl proietta la squadra di Gianmarco Pozzecco verso un altro EuroBasket dopo l’ottavo posto di tre anni fa. E pazienza se non è stato un filotto di sei vittorie, vista anche la funzione sperimentale che ha svolto specialmente quest’ultima finestra di febbraio 2025. Ma cosa potrebbe essere mancato davanti ai 7.000 del PalaCalafiore, per non ottenere un ultimo successo nella strada verso l’Europeo?

La risposta più immediata e naturale, secondo Peppe Poeta, non si discosta dal carattere strutturale che ha assunto questa Nazionale nelle ultime uscite. “Manca un pizzico di continuità sia all’interno della gara sia nel medio e lungo termine, ma è normale per dei giovani che ancora non hanno una costante consapevolezza delle proprie potenzialità”, riflette.

Una consapevolezza che, ovviamente, non può che essere acquisita con il tempo, con sempre più presenze ed esperienze accumulate in curriculum ancora fin troppo spogli per alcuni. Il tempo dirà se il processo di transizione instaurato da questo gruppo farà raccogliere i frutti ben sperati, nel futuro prossimo e lontano. Ciò che è certo, è che al di là dei singoli, l’identità sia rimasta tale.

Penso che la nostra forza, se nei prossimi anni ci sarà man mano un cambio generazionale, dovrà essere l’intensità, l’atletismo e il fatto di correre il più possibile. Penso sia questo che ci possa differenziare dalle altre squadre. Ed è ciò che il Poz vuole: intensità alta, soprattutto in difesa,” dice Giordano Bortolani, spostando lo sguardo in là nel futuro.

Nel breve termine, concentrandosi all’estate, come si affaccia quest’Italia ad EuroBasket 2025? Peppe Poeta è certo che lo spirito sia quello giusto: “Questi ragazzi giovani sono esuberanti, hanno grande atletismo, hanno dimostrato grande voglia, grande abnegazione, grande senso di responsabilità che ci è piaciuto e insieme al misto di esperienze e di vissuto che daranno sicuramente i veterani possiamo andare a fare un Europeo con fiducia e ottimismo”.

Soprattutto, quello che la Nazionale si porta dietro da questo percorso annuale di qualificazioni alla manifestazione continentale più importante che ci sia, va al di là di un felice esordio casalingo, delle tre vittorie in trasferta contro Ungheria, Islanda e Turchia, del primo posto nel girone con 10 punti; oppure dei 20.3 assist di media a partita, dei tanti esordi per vedere volti nuovi in Azzurro.

La vicinanza del pubblico italiano è la vittoria più dolce che si potesse ottenere queste tre finestre di qualificazione: il coinvolgimento di Pesaro, Reggio Emilia e Reggio Calabria, e tutto ciò che ne è conseguito. “Quello è bellissimo. È sintomo di entusiasmo, di seguito, dell’ottimo lavoro che sta facendo la Federazione e questo ciclo di ragazzi con Gianmarco [Pozzecco] che sta appassionando la gente” dice Peppe Poeta.

Se vi affacciate dalla finestra, vedete EuroBasket. Ci risentiamo lì.

                                                                                                                                                           Cesare Milanti