La forza del gruppo, la fiducia di poter contare l’uno sull’altro e sapere di essere una squadra unita in grado di superare le difficoltà. E’ questa la sensazione che emerge forte dal ritiro dell’Under 18 Azzurra, attesa domani dall’Ottavo di finale con l’Austria dopo le tre prove molto convincenti offerte con Germania, Bulgaria e Israele. Dopo Diego Garavaglia e Achille Lonati, nel secondo episodio del backstage abbiamo raccolto le impressioni degli altri dieci atleti convocati da coach Marco Sodini.
DAL TORNEO DELL’AMICIZIA AL DOPPIO ARGENTO AZZURRO: PATRICK HASSAN E MATTIA CECCATO
Patrick Hassan e Mattia Ceccato sono due ragazzi che hanno lasciato casa molto presto, per rafforzare o coltivare un sogno che li ha portati ad essere in momenti diversi campioni d’Italia e pilastri di una Nazionale che affida le chiavi del suo gioco alle loro sagge mani. Patrick, per tutti “Pacho”, come la sorella Isabel (sesta all’Europeo Under 18 di La Palma) è cresciuto nel Basket Roma, per approdare poi a Bassano, dove nel 2024 ha conquistato lo scudetto Under 17 sul parquet di Agropoli. ”Un’esperienza che mi ha fatto crescere tanto anche sotto l’aspetto personale, dopo un avvio non semplice” e che gli è valsa la chiamata dell’Aquila Trento. Con i bianconeri e nella prima storica Finale Nazionale giocata nella sua Roma, Patrick ha conquistato la piazza d’onore con l’Under 19, prima di vivere quello che è stato il momento più emozionante, a livello personale, della stagione: l’esordio in quintetto nella gara 4 dei playoff di Serie A, in trasferta contro a Milano:”La situazione infortuni non era semplice, quindi sapevo di dovermi tenere pronto, poi anche coach Galbiati mi ha confermato che sarei sceso in campo ed è stato bellissimo. Nel riscaldamento mi sembrava di provare paura per ogni cosa che accadesse, ma quando sono entrato è svanito tutto e ho giocato sapendo di essermi allenato un anno intero per quei 12 minuti: averli giocati al Forum sarà sempre uno dei momenti più belli un atleta possa vivere nella sua carriera”. Nella quale ben presto anche la Nazionale ha rivestito un ruolo centrale, impreziosito dalla conquista di due medaglie d’argento nelle ultime due competizioni estive, prima l’Europeo e poi il Mondiale Under 17: ”E’ stato un gruppo fantastico sin dal primo torneo in Azzurro, che nel corso di questo viaggio emozionante ha dimostrato di poter scrivere la storia, ma vogliamo continuare ad essere protagonisti anche nel prossimo futuro”.
A vincere il titolo Under 19 nella finale contro Trento, dodici mesi dopo il trionfo di Chiusi, era stata ancora l’Olimpia Milano di Garavaglia, Lonati e Suigo, ma anche di Mattia Ceccato, un ragazzo del Sud partito dalla Sicilia a 14 anni diretto a San Lazzaro, prima di giungere all’ombra del Duomo: ”Sono partito da casa giovanissimo, conscio probabilmente che sarebbe stato un passo necessario se avessi voluto vivere esperienze sportive diverse da quelle che la Sicilia avrebbe potuto offrire. Mi sono dovuto abituare in fretta a ritmi e situazioni differenti, ma questo mi ha fatto crescere più velocemente anche sotto altri aspetti, come la gestione di spazi e tempi”, racconta il regista di Ragusa, protagonista di due ultime stagioni che tanto col club, quanto con la Nazionale, l’hanno visto arrivare in fondo a tutte le competizioni più importanti: ”L’annata con Milano è stata davvero positiva a livello personale, il campionato di B con Oleggio mi ha permesso di farmi le ossa contro gente più esperta, ma grazie all’aiuto dello staff è stato un step di crescita che ci è tornato utile anche durante una stagione giovanile che fino a qualche anno fa, potendo vincere il secondo scudetto consecutivo e giocare la finale di Eurolega, sarebbe stata impensabile”. Anche Mattia è in Azzurro sin dal Torneo dell’Amicizia 2022, punto di partenza dell’avventura di un gruppo arrivato a giocarsi la finale nelle ultime due manifestazioni ufficiali: ”Non fu il migliore dei tornei a causa di alcuni infortuni, ma è stata la prima volta che abbiamo indossato la canotta dell’Italia ed è un ricordo che coltiviamo ancora adesso nel tempo, con un gruppo che non si è dissolto. Questo è sempre stato la nostra forza anche nelle competizioni successive, potevamo essere meno forti degli altri fisicamente, ma insieme abbiamo ottenuto risultati forse insperati, che però abbiamo dimostrato di meritarli col passare delle partite ed anche a Belgrado vogliamo esprimerci al meglio e giocare ogni partita al massimo: sappiamo quello che abbiamo ottenuto insieme in questi anni, ma ci manca mettere la ciliegina sulla torta”.
CUORI VIRTUSSINI: MATTEO ACCORSI E MATTEO BAIOCCHI
Uno dei primi avversari di Ceccato, nei derby San Lazzaro – Virtus Bologna, è stato Matteo Accorsi, che, tuttavia, anche se in campo non si fanno sconti, con Mattia aveva già avuto modo di stringere amicizia in un’occasione precedente: ”Ci siamo conosciuti in un camp estivo a Sestola e già da lì ho capito che fosse molto forte, era sempre dura giocare contro di loro e ho un ricordo nitido di tante sfide, però veniva spesso al Palazzetto a vedere la Virtus e abbiamo avuto modo di rafforzare il nostro legame”, un fattore decisamente utile – quando anche per Accorsi è arrivata la chiamata In Nazionale – a permettere un facile e veloce inserimento in gruppo anche per il giocatore bianconero, un altro degli Azzurrini capace di conquistare i già citati argenti nell’Europeo Under 16 2023 e nel Mondiale Under 17 dell’estate scorsa: ”Mi sono integrato sin dal primo giorno, proprio perché nessuno pensa a sé stesso, ma mette il bene primario della squadra davanti a tutto: è questa la nostra forza, sappiamo di rappresentare una Nazione intera e giocare prima di tutto anche per chi non può farne parte”. Per Matteo la partecipazione all’Europeo arricchisce un’Estate magica ed iniziata con uno di quei momenti che restano scolpiti nel cuore di ogni virtussino, scendere sul parquet nella decisiva gara 3 di Brescia, quella in cui è giunta la vittoria dello Scudetto per le V nere: “Giocare per la Virtus è un sogno che ho cullato fin da bambino e quei minuti in gara 3 per me valgono tutto. La partita si è ben presto messa a nostro ed ho capito che ci sarebbe stata la chance di giocare qualche istante: ho avuto un po’ di tensione perché era pur sempre una finale scudetto, ma ho potuto vincere e festeggiare con i compagni lo scudetto giocando per la squadra nella quale sono cresciuto”.
C’è un altro cuore virtussino che batte forte oltre a quello di Accorsi, ed è quello di Matteo Baiocchi, che finalmente può tornare in Nazionale dopo una serie maledetta di infortuni che l’ha tenuto lontano dall’Azzurro negli ultimi due anni: “Sono felice di tornare tra i convocati dopo due manifestazioni saltate per guai fisici e far nuovamente parte di un gruppo unito e che sta bene insieme. Conoscere ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia è ogni volta una grande opportunità di crescita personale e avendo condiviso con molti di loro esperienze precedenti, sono certo che stare bene ed essere uniti fuori dal parquet ci porterà a trasferire più facilmente questa sensazione anche in partita”, commenta un altro giocatore del vivaio bianconero che vanta già una convocazione in prima squadra nella stagione 2023/24: “Era una partita in casa con Reggio Emilia e quindi la convocazione in una partita in casa davanti a tutti i nostri tifosi ha reso questo momento ancor più affascinante, ma allenarmi e confrontarmi con giocatori esperti, di grandi qualità fisiche e tecniche oltre che disponibili a parlare con te in ogni situazione di gioco è stata un’opportunità anche più gratificante: con loro non ci si può mai distrarre ed è proprio questo che l’ha resa una bellissima esperienza”.
LA “PRIMA” IN AZZURRO: CESARE PLACINSCHI E ANDREA MACRI’
Due anni fa era rimasto a casa a causa di un iter burocratico non completatosi in tempo per l’Europeo, ma stavolta può staccare il biglietto per Belgrado anche Cesare Placinschi, reduce – insieme ad Hassan – dal secondo posto alle Finali Nazionali Under 19 conquistato con Trento: ”Non abbiamo avuto un inizio facile, ma con grande impegno e lavoro siamo arrivati fino alla finale per il titolo”, in una stagione che per il centro dell’Aquila ha rappresentato anche il debutto tra i senior, un campionato di C con Bolzano diventato senz’altro un significativo banco di prova soprattutto sotto l’aspetto fisico in vista degli Europei: ”E’ stata un’esperienza molto utile per acquisire durezza ed aggressività, che porterò in campo anche in questo Europeo, non vedo l’ora di poter giocare con la maglia dell’Italia. Avevo partecipato ai raduni già negli ultimi due anni ed ora esserci mi ripaga di tutti i sacrifici compiuti per arrivare fin qui”. Sarà la prima ufficiale con l’Italia anche per Andrea Macrì, un altro dei protagonisti – con la canotta della Reyer – delle recenti Finali Nazionali Under 19: “Alla prima amichevole in Nazionale ho provato un po’ di ansia come accade in tutte le situazioni nuove, ma questa convocazione mi rende tanto felice e fiero per i sacrifici di questi anni, oltre che farmi diventare parte di un gruppo solido ed unito, che sia a Roma che negli ultimi giorni in Slovenia ha saputo essere serio quando c’era da lavorare, ma al contempo sereno e tranquillo fuori dal campo”, commenta un giocatore che fa senz’altro dell’energia e del lavoro oscuro ma prezioso uno dei suoi punti di forza: ”Mi piace essere d’aiuto alla squadra, perché in questi tornei così brevi non conta l’individualità, ma il contributo che dodici giocatori, ognuno diverso dall’altro, siano in grado di portare alla Nazionale. Siamo amici fuori dal campo e sappiamo che sapremo rimanere uniti se le cose non dovessero mettersi bene: sarà certamente un punto a nostro favore”.
DAL TOUR CON BASSANO ALL’EUROPEO: RICCARDO CRESTAN E FALLOU SOW
Al gran ballo dei debuttanti in Nazionale si iscrivono anche Riccardo Crestan e Fallou Sow, pilastri di una Orange1 Bassano rimasta fuori dalle Finali Nazionali negli ultimi minuti dello spareggio di Caserta perso con Cremona, ma che lo scorso anno, ad Agropoli, aveva conquistato il secondo scudetto della sua storia, trionfando nella categoria Under 17: ”E’ stata l’esperienza che senza dubbio è rimasta più nella mia mente, perché quella in cui con i miei compagni e la mia squadra ho potuto conquistare lo scudetto”, commenta l’ala tiratrice del club veneto, che a proposito di una competizione così breve e ricca di partite come può essere un Europeo, aggiunge: ”Serve arrivare pronti mentalmente e fisicamente per poter dare sempre il massimo in campo, si è creato in brevissimo tempo un legame forte e spontaneo con tutti i compagni, anche quelli che non conoscevo, così io e gli altri nuovi arrivati ci siamo sentiti subito parte integrante del gruppo”.
Compagno di squadra e ora anche di Nazionale, dopo aver voluto fortemente ed ottenuto la cittadinanza italiana, è Fallou Sow, mamma senegalese e papà ivoriano, ma nelle cui vene scorre sangue italiano sin dalla nascita: ”Mi sono sempre sentito italiano ed acquisire la cittadinanza è stata una scelta logica e consequenziale, eravamo appena tornati da una trasferta negli Stati Uniti con la Orange1 quando ho ricevuto la notizia della convocazione in Azzurro tramite un messaggio del nostro GM Giacomo Rossi. Ci speravo, perché sono in un club che offre grande visibilità e mi permette di allenarmi e giocare con gente che ha già vinto lo scudetto e conquistato una medaglia con la Nazionale. Confrontarsi con compagni di questo livello ti fa crescere tanto e fa aprire molto gli occhi sul mondo del basket”. Un mondo nel quale, attraverso i tornei giocati con Bassano, è stato soprattutto il tour americano ad averlo impressionato: ”Ci hanno portato a vedere dal vivo una partita di college e abbiamo appurato quanto il gioco sia molto più atletico, legato allo spettacolo e all’iniziativa individuale di giocare 1vs1”, ma senza perdere di vista quello che accade anche lontano dal parquet :”Vivere in foresteria e con compagni di differente cultura ed età sta rafforzando anche il mio carattere, aiutandomi a guadagnare più rispetto. Voglio continuare a studiare: la mia famiglia gestisce un’azienda e chissà che non possa anche io aprire un’attività in futuro”.
IL PIU’ LUNGO E IL PIU’ “PICCOLO”: SIMONE FRASHNI E THOMAS ACUNZO
Ancora più ricca di fascino è la storia di Simone Frashni, 215 cm che da Montecatini porterà in dote alla Pallacanestro Reggiana, scoperto dallo staff Azzurro nell’ambito del progetto “Ogni Regione Conta”, il viaggio itinerante che ha portato coach Sodini e il coordinatore del settore Squadre Nazionali Gigi Datome a visionare, regione per regione, i più interessanti prospetti di ogni angolo d’Italia: ”Ho disputato due allenamenti nell’ambito del progetto Ogni Regione Conta, uno ad Arezzo ed uno a Livorno, due stage a seguito dei quali nemmeno sapevo granché dello sviluppo di questo progetto, ma quando ho ricevuto la chiamata per questo appuntamento mi sono messo a lavoro per arrivarci nelle migliori condizioni”, ammette con la giusta dose di emozione e sorpresa il giocatore toscano, reduce dal campionato Under 19 Gold disputato con la canotta della sua società d’origine: ”E’ una grande opportunità per me confrontarmi e far parte di un gruppo di ragazzi che hanno maturato un’esperienza diversa dalla mia, fermatasi al campionato Gold, dove sicuramente mi sono misurato con fisici diversi ed un gioco meno veloce e strutturato di questo”, conclude Frashni, che nel frattempo studia sistemi aziendali e strizza l’occhio alla combo informatica – economia come temi da poter pensare di approfondire anche attraverso i futuri studi universitari.
Un Europeo lo scorso anno – l’Under 16 ad Heraklion – l’aveva già giocato Thomas Acunzo, figlio e fratello d’arte (Mattia ha giocato proprio a Montecatini nell’ultima stagione di B Nazionale) che dei 12 Azzurri pronti a scendere sul parquet è l’unico giocatore un anno sotto età: “Ho ricevuto un messaggio da coach Sodini ed ho subito capito l’occasione che mi si stava prospettando, ovvero essere il solo 2008 ad entrare nel gruppo dei più grandi, dopo essere stato riserva a casa della Nazionale che lo scorso anno ha vinto l’Argento ai Mondiali. Quest’anno ci arrivo migliorato tecnicamente e nella consapevolezza dei miei mezzi, avendo trovato a Napoli un contesto in cui fosse più semplice inserirmi grazie anche alla fiducia dei miei compagni e dello staff”. Una stagione intensa, che ha permesso a Thomas di allenarsi costantemente anche con la Serie A, al cui raduno è arrivato direttamente dall’Europeo greco, nonché di riscontrare ulteriormente l’importanza di conoscere più lingue: ”Mio fratello ha vissuto sei anni negli Stati Uniti e questo mi dà l’idea di come possa aprirmi tante strade”. Ma per ora l’attenzione è focalizzata sull’Europeo, “…una manifestazione alla quale avevo il desiderio di partecipare, sapendo di dover dare tutto me stesso per esserci”, ed entrare a far parte di un gruppo che vuole essere più forte delle assenze e pronto a dare battaglia a tutte le avversarie sin dalla prima palla a due con la Germania.