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Il Nero che diventa Azzurro, c’è speranza a Secondigliano

04 Aprile 2024

Non sono mai entrato in un carcere fino a oggi, è un giorno qualunque di inizio novembre. Attraversata in automobile Scampia e un altro paio di quartieri “complicati”, eccomi di fronte all’ingresso dell’Istituto Penitenziario di Secondigliano. Una massa informe di cemento grigio intervallato da finestre quadrate e minime, rigorosamente protette da grate.

La mia mente insegue i mille riferimenti cinematografici che raccontano quanto ogni giorno accade in un carcere, le severe modalità di ingresso, la qualità di vita e di rapporti umani che si sviluppano day by day tra quelle quattro mura. Prive di libertà.

La straordinaria gentilezza del personale preposto all’accoglienza stempera la tensione di quei cinque minuti. Quelli in cui devi “farti riconoscere”, lasciare il documento e il cellulare dopo averlo spento. Quello in cui una blindatissima porta blu si apre e poi si chiude alle tue spalle.

Sei “dentro”, nella zona dell’Istituto che ospita i detenuti.

Nuvole nere e dense accompagnano il mio primo sopralluogo a Secondigliano: l’aria è pesante e immobile, ispessita alla vista di quello che tempo fa è stato un campo da basket. Tabelloni disarcionati, asfalto divelto, righe sparite, la gestione del campo presa nel tempo da detriti di ogni genere ed erbacce incolte da anni. Scenario non diverso da quello di diversi playground delle nostre periferie ma oggi questo cielo cupo sembra volermi togliere la speranza che qualcosa possa cambiare in meglio e a breve.

A fare da colonna sonora un paio di “saluti” dalle celle, di qualche detenuto incuriosito dalla nostra visita.

L’inquadratura sfuma e torna a fuoco il 25 marzo 2024, ore 11.30. C’è il sole che splende, aria fresca di contagiosa primavera, un nastro da tagliare e una decina di ragazzi un po’ smarriti con un pallone di Basket in mano. Secondigliano lo vivono 24 ore al giorno, loro malgrado.

Erbacce e detriti, cielo nero e paure: tutto dimenticato, smaltito, caduto in prescrizione.

Il playground è pronto, bellissimo, e illumina la scena, oltre che tutti noi: Arancio come una palla da Basket e Azzurro come le nostre Maglie preferite.

Un gesto concreto di Responsabilità Sociale, a km. 0.

Uno di quei ragazzi in maglia verde sbaglia un tiro, non perde il sorriso e continua a inseguire quel pallone. Sembra felice.

C’è il Sole che splende, alla fine abbiamo convinto anche il cielo.

C’è speranza!

                                                                                                                                                                       Giancarlo Migliola