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Il 2/2 degli Azzurri: cosa ci dicono le vittorie con Georgia e Spagna?

26 Giugno 2024

Una settimana può volare. In vacanza, per esempio. Dall’altra parte del mondo, tra acque caraibiche e sapore di pallacanestro fin da piccoli. A San Juan, sull’isola di Porto Rico, dove la nazionale di Gianmarco Pozzecco vivrà la settimana più importante di un’estate che può andare in ogni direzione. Può puntare verso l’ombra della Torre Eiffel, centrando la seconda qualificazione olimpica di fila dopo aver mancato l’appuntamento a Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016. Oppure verso luoghi distinti tra loro, diversi per ciascuno dei 12 che scenderanno in campo.

Prima, però, ad una settimana da quella settimana, sono arrivati due impegni importanti. Prima a Trento, contro la Georgia di Aleksandar Dzikic; poi a Madrid, per la prima uscita estiva della Spagna di Sergio Scariolo. Due partite che ci dicono qualcosa di significativo. Anzi, ci dicono molto.

Forza mentale e continuità

Innanzitutto, ci dicono che in entrambi i casi, in quelle che “con questa maglia non saranno mai delle semplici amichevoli”, come ha sentenziato Stefano Tonut, alla fine hanno festeggiato gli Azzurri.
Con diversità assolute nell’approccio alla gara – 8-0 per la Georgia dopo la palla due a Trento, 10-1 per l’Italia contro la Spagna al WiZink Center -, nell’andamento dei quaranta minuti (quarantacinque in terra iberica, visto il pazzo modo in cui si è arrivati all’overtime), e nelle reazioni emotive.
Il comune denominatore, però, sta nella compattezza mentale e nella fiducia reciproca del gruppo, come aveva sottolineato Gianmarco Pozzecco al termine della Trentino Basket Cup 2024. In un arco di tempo così ravvicinato, era importante soprattutto mantenere alta il livello di coesione collettivo.

Poco prima di partire alla volta di Miami, dove gli Azzurri continueranno a prepararsi prima di spostarsi a Portorico, Riccardo Fois ha dato la sua versione delle cose, per aiutarci ad inquadrare meglio cosa portarsi da queste due vittorie. “La cosa più importante, come dice sempre Gianmarco, era quella di ritrovare la nostra identità, quella con cui sono abituati a giocare i ragazzi”, ci dice.
A qualche mese di distanza dagli ultimi impegni ufficiali nella finestra di qualificazione ad EuroBasket 2025, al termine di una stagione lunga e stancante per tutti i componenti del gruppo (sei erano presenti fino all’ultimo anche a Manila), non è stato facile mantenere alto il livello contro due compagini che fanno della fisicità un marchio di fabbrica.

Giocare partite ad alto livello di fisicità, visto com’è fisica e di taglia la Georgia, e considerato com’è fisica e atletica la Spagna, è importante. Dobbiamo riabituarci a quel livello, e penso che questo sia stato forse lo stimolo maggiore di queste due amichevoli”, continua il prossimo assistente allenatore dei Sacramento Kings.
Tra le due sfide, come detto, ci sono stati cambiamenti significativi. A partire dal controllo dei rimbalzi: dopo aver sofferto sotto canestro con la nazionale caucasica (38-25 nel computo dei rimbalzi), ne abbiamo raccolti 41 contro i 37 della Spagna. “A rimbalzo oggi siamo andati molto bene, meglio che contro la Georgia, ed è un passo in avanti”, ha detto.
In più, tanto dal punto di vista psicologico quanto di energie fisiche, è stato vitale mantenere alto il livello. “Oltre al push mentale del giocare una partita in trasferta, con tutte le difficoltà del caso, abbiamo approcciato bene anche fisicamente, dopo aver giocato due giorni prima. Siamo andati sotto nel quarto quarto, ma siamo riusciti a rimanere attaccati rimanendo comunque solidi anche dopo quella bomba di [Sergio] Llull alla fine dei tempi regolamentari, giocando sempre la nostra pallacanestro in overtime: questi sono tutti aspetti positivi dell’inizio di questa preparazione, che è anche la fine della nostra preparazione”, ricorda sorridendo Riccardo Fois.

Volti nuovi, volti familiari

Rispetto al Mondiale 2023, sono sei i cambi di casacca. Fuori Gigi Datome, che ha indossato i panni del Capo Delegazione, e gli infortunati Simone Fontecchio, Gabriele Procida, Matteo Spagnolo e Luca Severini, oltre a Momo Diouf, ringraziato dopo aver contribuito nella preparazione a Folgaria.
Al loro posto, due volti simbolo del futuro azzurro come Willy Caruso e Giordano Bortolani, i ritrovati Nico Mannion, John Petrucelli e Awudu Abass, oltre al rientrante Danilo Gallinari, che ha chiuso un cerchio drammaticamente intrapreso il 27 agosto 2022 contro la Georgia e concluso contro gli stessi avversari biancorossi.
Nelle parole di Ricky Fois c’è tutta la gioia per aver ritrovato un leader simile in spogliatoio. “Il Gallo ha lavorato come un matto per arrivare a quest’appuntamento in forma dopo tutto quello che ha avuto nelle ultime due stagioni travagliate. Direi che non vedeva l’ora di giocare partite a questo livello, di aiutare la squadra. Porta con sé uno status che può fare la differenza in queste partite, perché dà tranquillità ai compagni e a tutta la squadra. Questo è fondamentale”, afferma.
In due partite, il 35enne di Sant’Angelo Lodigiano è sembrato scacciare tutti i dubbi riguardanti la sua condizione fisica, assorbendo contatti tanto contro il duo georgiano Shengelia-Bitadze quanto ingaggiando duelli contro il pacchetto lunghi spagnolo. Il tutto si è tradotto in un contributo da 29 punti andando spesso in lunetta, dove ha concluso con un chirurgico 15/16 a cronometro fermo.

Ci si aspetta un necessario contributo difensivo anche e soprattutto da parte di John Petrucelli, nominato Miglior Difensore del campionato italiano negli ultimi due anni. “John lo conoscevamo già, perché fa parte del gruppo e della famiglia da un po’ ormai. Per lui è stato un re-inserirsi, come per Nico [Mannion]”, sottolinea l’assistente allenatore di Gianmarco Pozzecco.
Siamo consci delle sue doti difensive, cosi come quelle di Abi Abass, che è la prima volta che è con noi”, aggiunge sull’ala 31enne, plasmatosi ala a dir poco versatile in uscita dalla panchina anche in campo europeo nelle ultime stagioni a Bologna. “Alla fine, entrambi si sposano perfettamente con quella che è la nostra identità. Stanno facendo tutto quello che ci aspettavamo da loro”, dice Fois. Chi sta dando un contributo offensivo notevole è Stefano Tonut, sempre al posto giusto contro la Georgia e glaciale nei minuti finali di Madrid. “Tonno sta giocando una grandissima pallacanestro negli ultimi tre anni, da quando lo abbiamo avuto è sempre stato una delle migliori guardie di queste manifestazioni, sia difensivamente che offensivamente”, aggiunge.
C’eravamo già visti
È un’Italia capace di forzare tante palle perse agli avversari (21 della Georgia, 16 della Spagna), che muove molto bene il pallone in attacco ma potrebbe approfittarne maggiormente dall’arco (7/23 a Trento e 12/36 a Madrid). In generale, una Nazionale che promette bene, ma lontana dalla perfezione. Com’è normale e comprensibile che sia in un periodo di preparazione così ravvicinato.
Secondo Riccardo Fois, infatti, “ci sono ancora cose da migliorare”. Ad esempio? “Abbiamo sofferto a rimbalzo in area, abbiamo fatto errori di grandissima generosità, che però possiamo limare. Penso che queste due partite siano state fondamentali per la nostra crescita, per capire dove siamo e dove dobbiamo andare”, ha così risposto completando il quadro su quello che ci hanno restituito le due vittorie in amichevole.

Con uno sguardo ormai vigile a Portorico, “dobbiamo prepararci a quelle che saranno due battaglie nel girone”, dice il membro del coaching staff, che quest’estate conferma ancora gli assistenti allenatori di ASVEL (Edoardo Casalone) e Reggio Emilia (Federico Fucà), oltre al neoallenatore di Brescia (Giuseppe Poeta). “E poi speriamo altre due nella semifinale e nella finale contro squadre super fisiche, che hanno esperienza. Anche il Bahrain, che arriva dalla vittoria nelle qualificazioni al Pre-Olimpico in Siria, vorrà dimostrare di valere quel livello”, ha aggiunto.

In più, oltre alla Nazionale del Golfo Persico, si affronteranno dei padroni di casa già incrociati in due occasioni nel 2023. La prima a Ravenna, salutando per l’ultima volta in Italia una leggenda come Gigi Datome, e la seconda a Manila, dove gli Azzurri avevano dato seguito al successo straordinario contro la Serbia con una vittoria in controllo sui portoricani, che quest’anno hanno inserito la novità Josè Alvarado, guardia instancabile dei New Orleans Pelicans.
Lo ricorda anche Riccardo Fois. “L’anno scorso abbiamo affrontato Portorico due volte: è una squadra dal talento clamoroso, e quindi bisognerà arrivare a quella partita pronti, mentalmente e fisicamente”, dice. “Anche le squadre nell’altro gironcino [Costa d’Avorio, Messico e Lituania] sono tre squadre esperte, fisiche”, aggiunge sulle partecipanti al Gruppo A.
Adesso abbiamo quattro o cinque allenamenti per presentarci al meglio e continuare a crescere durante la manifestazione, che penso che sia quello che abbiamo fatto all’Europeo e al Mondiale. A maggior ragione in una manifestazione così corta, dobbiamo necessariamente continuare a plasmare la nostra identità, a fare in modo che tutti si trovino a proprio agio per giocare la miglior pallacanestro che sanno offrire”, il 37enne conclude in vista della spedizione Pre-Olimpica.

Una settimana può volare via in fretta, ma quanto può succedere in così pochi giorni, così poche ma intense partite, sotto ogni punto di vista. Prepararsi adeguatamente è chiave, e gli Azzurri lo stanno facendo. Con un fattore chiave: “Stando tutti uniti e tutti insieme, che è la cosa più importante”.

                                                                                                                                                                           Cesare Milanti