Stories Under 16 femminile
Europeo U16 Femminile, alla scoperta delle Azzurre alla vigilia dell’Ottavo di finale

Dopo il buon esordio con l’Israele e l’impresa con la Germania, la Nazionale Under 16 ha superato in maniera convincente anche la Croazia e chiuso imbattuta al primo posto il girone D dell’Europeo di Pitesti. In attesa del decisivo ottavo di finale con il Belgio (martedì ore 12.00) andiamo alla scoperta delle altre protagoniste del roster guidato da coach Giovanni Lucchesi.
DI NUOVO ALL’EUROPEO: GIULIA MUELLER E AISHA DIAGNE
Dodici dei diciassette punti segnati nel primo quarto al debutto con Israele, equamente distribuiti, portano la firma di Giulia Mueller e Aisha Diagne, due delle cinque giocatrici del roster azzurro – insieme ad Hassan, Sablich e Magni – già presenti nell’Europeo dello scorso anno, chiuso con un lusinghiero quarto posto dalle ragazze di coach Lucchesi. “Non dobbiamo retrocedere” (cioè entrare nelle prime 13 per non finire in Division B) era l’obiettivo iniziale che c’eravamo poste e che coach Lucchesi ci ha ricordato spesso per la prima settimana, lo vedevamo un po’ preoccupato, ma poi un passo alla volta siamo arrivate ai quarti di finale, dove nella partita più difficile e combattuta, abbiamo superato anche il Belgio entrando tra le migliori quattro”, esordisce Giulia, che si fa un attimo più seria nel ricordare quanto accaduto proprio al termine della sfida vinta con la Nazionale belga: ”Al termine coach Lucchesi, piuttosto emozionato, ci ha riunite a metà campo e ringraziato per quanto fatto, prima del raduno la sua presenza era stata in dubbio per ragioni di salute e quel risultato è stata una liberazione per lui e tutte noi”.
Lo stesso avvicinamento all’Europeo anche per l’ala triestina era stato condizionato da un infortunio al piede, che tuttavia non ha impedito a Giulia, dopo aver condotto la Futurosa Trieste agli spareggi delle Finali Nazionali Under 15, di esordire anche in Azzurro: ”E’ un ambiente che mi piace tantissimo, perché per un mese e per più volte al giorno ci si può allenare e concentrare solo sul basket passando tutto il giorno con le compagne, lo scorso anno era la prima volta che mi imbattevo in una esperienza di questa durata e non è stato semplice mantenere la concentrazione per un periodo così lungo. E’ servito a prepararci nel modo migliore per un Europeo che ha mostrato un livello veramente alto soprattutto sotto l’aspetto fisico, ma che noi, mediamente più piccole rispetto alle altre, siamo riuscite a compensare con tecnica ed intelligenza”.

In questa stagione Giulia ha avuto l’opportunità di esordire anche nel campionato di A2 con la canotta della Futurosa Trieste, con cui ha raggiunto anche le Finali Nazionali Under 19 e i quarti dell’Under 17, mettendo fine proprio alla corsa del Basket Roma di Aisha Diagne, vendicando sportivamente la sconfitta subita dodici mesi prima sempre allo spareggio: ”Insieme ad Emilia è una delle compagne che conosco da più tempo e con cui resto in contatto tutto l’anno, parlando di molti argomenti anche al di fuori del basket, è divertente giocarci contro alle Finali, ci scambiamo delle occhiatacce, facciamo un po’ di sano trash – talking, ma poi a fine partita, avendo vinto noi, la sono andata a consolare”. Le schermaglie, tuttavia, non si limitano al parquet e si estendono anche alla musica: ”Mi critica perché ascolto rap e trap italiano, mentre per lei c’è solo ritmo latino in qualunque momento della giornata”.
Anche Aisha, nel corso della stagione 2023-24, aveva trovato spazio, con la canotta del Basket Roma, nel campionato di Serie A2, prima di essere protagonista in pianta stabile nell’ultimo torneo di B chiuso solo a gara 3 dei quarti playoff contro San Raffaele. Il debutto in prima squadra è stato reso più facile anche presenza di compagne più “anziane” pur se di appena tre anni, tra le quali il trio Fantini – Lucantoni – Cedolini fresco di bronzo Under 20 all’Europeo di Matosinhos:”La loro accoglienza, soprattutto sotto l’aspetto umano, è stata immediata ed in grado di farmi subito sentire parte del roster, c’è stata sempre grande pazienza nello spiegarmi ad esempio i giochi d’attacco e senza mai alzare i toni, sotto questo aspetto Lavinia è stata un punto di riferimento prezioso anche a livello tecnico: non si tira mai indietro ed è un esempio da prendere per me che voglio essere sempre pronta ad imparare nuove cose”, racconta Aisha a proposito della playmaker di cui ha raccolto idealmente il testimone. Nello stesso anno (il 2022) le due giocatrici romane conquistavano lo Scudetto Under 15 e Under 17 a distanza di poche settimane, ovvero due dei sei titoli giovanili conquistati dal Basket Roma: ”Ho impiegato tre mesi a realizzare di aver vinto quello scudetto, io che giocavo due anni sotto età rispetto alle mie compagne e non avevo mai disputato una Finale Nazionale. Fu speciale, tra l’altro, perché l’unica in cui giocavamo in contemporanea alla maschile, in tribuna c’erano i nostri compagni del Basket Roma a supportarci, insieme ad altri ragazzi conosciuti a Gorizia durante il girone eliminatorio”. Per la regista Azzurra prima del basket ci sono state atletica leggera e ginnastica ritmica, in una giornata tipo che, come in campo, viaggia sempre a ritmi tambureggianti: ”Suonavo la chitarra perché ho frequentato una scuola media con indirizzo musicale, ho sempre provato tantissime cose tanto che mia mamma mi chiamava “Duracell”, ma a volte ho anche io bisogno di dormire, soprattutto il pomeriggio, altrimenti poi rischio di non farcela”, chiude scherzando Aisha, con un’energia ed un sorriso dai quali è impossibile non restare contagiati.

AVVERSARIE, CUGINE E COMPAGNE: EMILIA MAGNI E AURORA MURGIA
“Anche io ho una nipotina 14 enne brava nel basket, partecipa al torneo di Roma. Ciao Marisa”; “Anche la mia sarà a Roma, le sarà antagoniste!”. Marisa e Guerrino, i protagonisti di questo scambio di commenti su un post Facebook, sono due delle centinaia di migliaia di persone costrette ad abbandonare l’Istria al termine della seconda guerra mondiale, per sfuggire agli eccidi, noti come massacri delle foibe, perpetrati dal nuovo governo jugoslavo comunista di Josip Broz Tito. Si trasferiscono in Sardegna e Lombardia, dove dalle rispettive discendenze nascono due nipoti, Aurora Murgia ed Emilia Magni.

E’ dal post con cui nonna Marisa – siamo nell’Aprile 2023 – celebra la vittoria del campionato regionale sardo Under 15 del Basket 90 della nipotina Aurora che entrambi scoprono, vicendevolmente, di essere nonni di due promettenti cestiste quattordicenni che, ironia della sorte, il concentramento di ammissione di Roma con in palio due posti alle Finali Nazionali (vinceranno 50-46 le sarde, ma entrambe si qualificheranno per le Finali) metterà di lì a poco di fronte l’una contro l’altra sul parquet. E’ l’occasione perché le due cugine – avversarie possano conoscersi, ancora ignare che l’anno dopo avrebbero vestito la maglia della Nazionale nei tornei di Valencia e Varese e soprattutto che sarebbero poi diventate compagne di stanza nel raduno pre-Europeo.

“Da quel momento così casuale è nato un legame “assurdo”, abbiamo disputato insieme le Jr. NBA Finals a Valencia e Torneo dell’Amicizia a Varese e siamo diventate compagne di stanze, quasi che adesso non ci sopportiamo più”, scherza Emilia, reduce da due podi giovanili con la canotta del Geas Sesto San Giovanni (2^ U19 e 3^ U17). Il volo verso la Spagna è stato per entrambe il primo viaggio all’estero dettato da impegni sportivi ed Aurora lo ricorda così: ”Siamo partite dopo un unico vero allenamento svolto con la squadra, ma già le tante ore di volo e ed un ambiente completamente nuovo, incluso un enorme hotel stile college, ci hanno subito fatto diventare una squadra, abbiamo imparato a giocare insieme migliorando partita dopo partita, fino a chiudere con un terzo posto per certi versi inaspettato, anche se di ritorno da Valencia noi siamo subito tornate in campo ad allenarci per il Torneo dell’Amicizia”, chiosa l’atleta sarda. L’intensa estate Azzurra era invece ulteriormente proseguita anche con l’Europeo in Ungheria, un anno sotto età, per Emilia, che insieme ad Hassan, Sablich, Diagne e Mueller ha così già potuto cimentarsi con la massima competizione continentale: ”Dopo un mese di preparazione, al momento della partenza quasi non mi sembrava potessimo essere pronte per giocarci un Europeo, ma rispetto alle amichevoli di preparazione – ne avevamo perse un paio contro il Belgio – siamo diventate completamente un’altra squadra, più compatta che mai nella consapevolezza che il nostro compito non sarebbe stato facile e che l’obiettivo era soprattutto la permanenza in Division A”, racconta la giocatrice lombarda, che sull’Europeo attuale ha le idee chiare: ”Il nostro punto forte deve essere la difesa, l’Europeo ha un’intensità differente e ti espone a squadre molto preparate, sappiamo di essere un gruppo unito anche fuori dal campo e che le squadre che vincono sono quelle che sanno stare bene insieme tra loro, ho già avuto l’opportunità lo scorso anno di vivere questa esperienza ed indipendentemente dai minuti giocati è stata una bella soddisfazione”. La stessa buona dose di ottimismo pervade anche Aurora, una delle sette esordienti alla massima competizione continentale: ”Si percepisce la tensione di un evento diverso dagli altri, ma la voglia è quella di vivere un’esperienza nuova, abbiamo molta fiducia in noi stesse e ci viene trasmessa anche dall’esterno”, analizza la giocatrice della Mercede Alghero, che si sofferma anche sul diverso livello di competitività con cui ci si misura fuori dall’Isola: ”Sappiamo che il livello non è così elevato come altrove, quindi quando andiamo alle Finali Nazionali incontriamo un’intensità del tutto differente, quest’anno non ci siamo arrivate, ma per noi è sempre stata in passato un’occasione di confronto con squadre quotate, oltre che un’esperienza molto bella anche per incontrare Emilia e le altre compagne in attesa della Nazionale: l’Azzurro è una grande soddisfazione indipendentemente da quello che sarà l’impiego in campo”, conclude Aurora, che ha subito griffato nove punti in fila non appena messo piede in campo nel match con Israele.

Le due compagne – cugine, nel tempo libero, si dilettano anche in cucina, “ciambellone o biscotti insegnati da mia zia” per Aurora e cheesecake per Emilia, che in linea col suo approccio costantemente allegro e sorridente, ha finito per mettere d’accordo tutte le compagne sotto l’aspetto musicale: ”Stava “ballando” mentre, durante un esercizio di tiro nel riscaldamento prima di un’amichevole, aspettava di ricevere la palla per tirare – racconta Giulia Mueller su “Milly” – e canticchiava ‘Maledetta Primavera’ che risuonava in quel momento nel palazzetto: l’abbiamo voluta anche nelle amichevoli successive e l’ascoltiamo anche adesso prima di ogni partita”.
GLI SCUDETTI DI VENEZIA: AURORA GECCHELE E GIULIA MARINARI
La prima convocazione in Nazionale per il Torneo dell’Amicizia a tredici anni, due in meno di compagne ed avversarie, l’invito allo Junior NBA Elite Camp di Valencia, due titoli nazionali 3×3, uno Scudetto Under 15 nel 2024 (e due di questa estate vissuti da spettatrice perché infortunata) fanno di Aurora Gecchele uno dei talenti più puri ed interessanti che il basket italiano possa offrire. Per questo rivederla sul parquet nell’amichevole con l’Ungheria a Castel San Pietro per la prima volta dopo l’infortunio alla schiena ed inserita nel roster che sta disputando l’Europeo (10 punti, 6 rimbalzi e 3 assist all’esordio) è una bella notizia anche sotto l’aspetto sportivo e non solo per la ventata di allegria che Aurora è capace di trasferire ogni volta anche al gruppo Azzurro.

”Da Gennaio fino ad un mese e mezzo fa non è stato un periodo semplice, diviso tra la scuola, gli allenamenti e le terapie, i miei fratelli ed il mio golden retriever sono stati fondamentali nel trascorrere al meglio il poco tempo libero che restava a disposizione, ma ora sono felice di potermi concentrare sull’Europeo e mettere definitivamente da parte l’infortunio”, commenta l’ala trevigiana, che, convocata per il camp Jr. Nba dedicato ai migliori prospetti nati nel 2010 insieme all’atleta di Borgomanero Lewis Okadoh, ha fatto ritorno nell’Alqueria di Valencia dove lo scorso anno aveva partecipato alle Finals Jr. NBA: ”Mi ha colpito la super organizzazione, è tutto pronto sin dal momento in cui tu arrivi, scarpe, divise, abbigliamento, ma soprattutto è un livello europeo che presenta il meglio con cui ci si possa confrontare in questo momento, oltre che darti un’idea di come si lavori fuori dall’Italia, ho ritrovato Amelia Alonso, che allo scorso Torneo dell’Amicizia di Varese fu MVP ed ho percepito quanta attenzione si dedichi anche all’aspetto fisico”, prosegue Aurora, che si sofferma propria su questa differenza con le avversarie: ”Francia e Spagna sono sempre le più preparate, ma rispetto a due anni fa che ci sentivamo davvero inferiori, credo che la distanza si sia notevolmente ridotta e noi dovremo puntare ulteriormente sulla difesa e sul gioco senza palla: sarà essenziale comunicare tanto ed essere una squadra unita”. Un concetto fondamentale alla base dello scudetto Under 15 vinto l’anno prima a San Vincenzo con le compagne di Nazionale Sablich e Hassan, oltre all’infortunata Sofia Zuccon: ”Loro tre erano già in pianta stabile anche con l’Under 17 quindi non sempre ci allenavamo insieme, ma è stata un’esperienza affascinante, che abbiamo vissuto di squadra per il legame umano che si era creato e non solo perché fosse un roster forte, per questo siamo felici di averla conclusa con la vittoria del titolo”.
Un titolo Under 15 bissato dalla Reyer nella stagione 2024/2025 e su cui c’è impresso il marchio – 30 punti nella finalissima contro Costa – di una giocatrice la cui data di nascita recita 10 Novembre 2011, ovvero quattordici anni non ancora compiuti. E dopo aver vinto il primo scudetto della sua giovane ma già promettente carriera, Giulia Marinari sta già disputando anche il suo primo Europeo. Nativa dell’Isola d’Elba, cresciuta a pane e pallacanestro in una famiglia in cui papà Augusto è stato coach di varie squadre labroniche ed il fratello Lorenzo è reduce dalla prima stagione in C col Don Bosco Livorno, nonostante il canestro nel giardino di casa, Giulia opta inizialmente per la ginnastica artistica e solo una fortuita caduta dalla trave la spinge verso una palla a spicchi fin da subito capace di regalarle gioie e soddisfazioni. Dopo aver iniziato con i maschietti, infatti, arriva la decisione di trasferirsi a Venezia e vestire la canotta della Reyer: ”La lontananza di genitori e nonni si è sentita ed inizialmente c’è stato qualche momento un po’ più difficile, certo non è semplice conciliare studio, allenamenti e alcune faccende domestiche cui dover badare, ma ho subito legato con le compagne di squadra e questo ha reso tutto più semplice, comprese le trasferte più lunghe, in cui spesso ci troviamo a dormire abbracciate l’una all’altra”, racconta con un sorriso luminoso l’esterna della Reyer Campione d’Italia Under 15. Giulia è stata autrice di una settimana tricolore in netto crescendo, con l’apice dei trenta punti segnati nella gara decisiva: ”Prima della partita sentivo un mix di sensazioni, non avevo neanche troppa ansia pur sapendo che non sarebbe stata una sfida semplice per l’assenza di Aurora Gecchele e perché avevamo di fronte una buona squadra come Costa, ma eravamo compatte e sapevamo di essere capaci di lottare fino alla fine insieme, venendo fuori alla distanza per conquistare questo titolo”.

A Scudetto ed inserimento nel miglior quintetto delle Finali Nazionali, passando per la Coppa Italia Under 14 sfuggita dodici mesi prima e vinta da top scorer in finale con Schio a fine Giugno, per Giulia ha fatto seguito la convocazione per il raduno di Castel San Pietro, con l’inevitabile emozione di aver indossato per la prima volta la canotta Azzurra: ”Non è stato semplice mantenere la concentrazione per un periodo così lungo, poi però si inizia a giocare e già il momento dell’Inno, quando mettiamo l’una la mano sulla spalla della compagna che ci sta davanti, è una sensazione davvero emozionante da provare”. Un inno risuonato anche a Pitesti, dove Giulia ha segnato quattro punti al debutto, studiando le più grandi in attesa che arrivi il suo turno.
IL QUASI SCUDETTO DI FIRENZE E COSTA MASNAGA: TESSA SALVETTI E GINEVRA PINI
L’esordio in Nazionale di Tessa Salvetti è stato invece all’insegna della “rincorsa”. Inizialmente inserita nell’elenco delle giocatrici a disposizione per lo scorso Torneo dell’Amicizia, la giocatrice toscana era in vacanza in Sardegna per un camp di basket utile a tenersi in allenamento, ma con un orecchio sempre teso al cellulare: “Quando mi ha chiamato mia mamma per comunicarmi che mi avrebbero atteso a Varese, sono scoppiata a piangere perché sarebbe stata un’emozione unica vestire per la prima volta la canotta Azzurra e non essere più una semplice riserva”. Tuttavia la giovane età di Tessa e l’impossibilità di viaggiare da sola in aereo rischiavano di complicare i piani, ma grazie all’affidamento ad una hostess l’atleta della Firenze Basketball Academy si è potuta unire alle compagne: “Avere tanta voglia e presentarsi con la testa giusta per evitare infortuni sono senz’altro caratteristiche essenziali, poi il resto lo fa la squadra e la capacità di incitarci l’una con le altre”, racconta un’atleta nata da una famiglia di sportivi, nella quale papà Lapo è storico coach del Pino Basket Firenze e mamma Donata è stata nuotatrice di rilievo nazionale. Lo sport, dunque, come idea da sviluppare in futuro anche in base a come evolverà la carriera agonistica: ”Mi piacerebbe allenare o diventare una psicologa sportiva, credo sia un ruolo essenziale e decisivo nella carriera dei veri campioni dello sport”, racconta Tessa, che è reduce da un quasi scudetto Under 17 vinto con Firenze e sfuggito solo all’overtime della finalissima persa 59-56 con Venezia: ”Siamo partite senza grosse aspettative, ma ognuna di noi aveva le sue motivazioni, in più eravamo la stessa squadra che gioca insieme da anni e con lo stesso allenatore a sopportarci e supportarci. Ci siamo sempre supportate l’una con l’altra, sappiamo di essere arrivate ad un centimetro dal titolo italiano, ma al di là di un pizzico di rammarico, prevale la consapevolezza di aver chiuso al secondo posto in Italia senza che nessuno realmente se l’aspettasse”.

Alla Reyer, nella categoria Under 15, si è dovuta arrendere a testa alta e con l’onore delle armi Costa Masnaga, sconfitta solo nel finale col punteggio di 66-58. Un secondo posto in Italia che tuttavia lascia molte più soddisfazioni che rimpianti anche a Ginevra Pini, protagonista del cammino del club lombardo insieme a Irene Radice, un’altra delle Azzurre presenti nel raduno prima di partire per l’Europeo: ”Abbiamo disputato una settimana in costante crescita, forse in finale abbiamo patito un po’ l’emozione e non siamo partite benissimo, poi Irene con quindici punti consecutivi nel secondo quarto ha guidato la rimonta, prima di cedere solo nel finale”, racconta Ginevra, un’altra delle atlete ad aver vissuto la sua “prima” in Nazionale lo scorso anno tra Valencia e Varese: ”Era la prima volta che mi sono trovata realmente a giocare un basket diverso, più “serio”, la differenza a livello fisico rispetto a ciò cui siamo abituate in Italia è senz’altro lampante, ma con il grande sostegno di tutta la squadra abbiamo lottato alla pari anche con squadre più quotate quali Spagna e Francia”, prosegue la giocatrice di Costa Masnaga, una delle atlete che incarna sempre al meglio lo spirito di gruppo: “Parliamo di tutto e di più, confrontandoci sugli argomenti più disparati” e che fa di social e musica un pane quotidiano: ”Ascolto ogni genere e per farlo ammetto che mi capita di rubare spesso anche le cuffiette alle mie compagne”.

“TU VUO’ FA L’AMERICANA” SUSANNA PEREGO
Se dovessimo misurare con un sondaggio la felicità per la convocazione in Nazionale, è molto probabile che lo vincerebbe Susanna Perego, per ragioni tuttavia non principalmente sportive: ”Altrimenti avrei dovuto cominciare la scuola il 7 Agosto”, ammette con onestà l’ala Azzurra, che durante l’anno, per ragioni di lavoro dei genitori, vive negli Stati Uniti e veste la canotta delle Always 100 a Fort Wayne, in Indiana. Quando però Susanna è in Italia si unisce alle compagne del Basket Roma e a dispetto delle iniziali difficoltà linguistiche, non ha mai perso il vezzo del canestro neanche in Nazionale, chiudendo in doppia cifra due partite del Torneo dell’Amicizia di Varese: ”Inizialmente anche a causa della lingua è stato un po’ più difficile giocare, ma poi mi sono gradualmente abituata”, racconta Susy, che coglie queste occasioni per colmare il gap linguistico con le compagne, trovando fin da subito un modo alternativo, originale e tradizionale per comunicare con loro. Invia, infatti, dei bigliettini, talvolta anche taglienti, scritti rigorosamente a mano, firmandosi col nome di una compagna sempre diversa dalle altre. Un modo divertente per compattare ulteriormente il gruppo, ma sul parquet la lingua che si parla è universale e l’apporto dell’”americana” – 16 punti nel terzo match vinto con la Croazia – si è rivelato di grande aiuto alla nostra Nazionale anche in questo inizio di Europeo.

UN AEREO PRESO AL VOLO: MARIANA NAKO MONI
Un brutto infortunio alla caviglia nella “maledetta” seconda amichevole con la Lettonia aveva seriamente, per non dire del tutto, compromesso la presenza all’Europeo di Mariana Nako Moni. Fortunatamente, tuttavia, come già accaduto nel caso di Anna Sablich, la vicinanza della “lunga” di origini senegalesi alle compagne anche nel corso delle successive gare di preparazione ha tenuto accesa la speranza di poter essere arruolabile in tempo per partire per la Romania, unita al sapiente lavoro dello staff tecnico e medico, che ha permesso alla futura giocatrice di Rovigo di tornare a disposizione a tempo di record: “Fino all’ultimo weekend non avevo minimamente idea di poter far parte della squadra, ma ero molto determinata a provare ad esserci, anche perché avevo lavorato duramente per tutto l’anno sperando in una convocazione, così tra sedute di terapia e allenamenti supplementari ed in piscina con Fede (la preparatrice Federica Tonni) ho recuperato in tempo. Pensando inizialmente di dover tornare a casa, mi è un po’ caduto il mondo addosso, ma sono stata davvero felice quando ho sentito pronunciare il mio nome tra le convocate”, racconta Mariana, che così può tornare a vestire l’Azzurro in una manifestazione ufficiale come era accaduto in occasione delle Jr. NBA Finals di Valencia dell’Estate 2024:”Fu la mia prima esperienza assoluta con l’Italia, anche perché durante la stagione alcuni problemi di natura fisica mi avevano fatto saltare tutti i raduni, così ho potuto conoscere molte delle compagne con cui disputare anche l’Europeo, cui siamo arrivate senz’altro più preparate, consapevoli soprattutto dell’impatto fisico che ci attendeva, ma sempre pronte a dare il massimo delle nostre possibilità”.

Un massimo che finora si è tradotto in tre vittorie convincenti, valse il primo posto nel girone: l’ottavo con il Belgio il primo snodo decisivo per una squadra partita fari spenti, ma che ha tutta l’intenzione di continuare a stupire.
Donatello Viggiano