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Nazionale A femminile

Emozioni, sorrisi e lacrime della Nazionale Femminile, dal 13 aprile 1930 a oggi (terza puntata)

14 Giugno 2025

Decidete voi, se volete conoscere la storia della Nazionale Femminile dalla prima o dall’ultima pagina. Ovvero dalla sconfitta rimediata con la Francia il 13 aprile 1930 o dalle amichevoli giocate a Brno nei giorni scorsi. Sigla iniziale o titoli di coda, cambierà poco. Avrete sempre a che fare con una Maglia che merita di essere raccontata, anche se spesso le lacrime hanno spento i sorrisi e anche se l’Albo d’Oro Azzurro non è particolarmente prestigioso. Ballano novantacinque anni di Storie e di canestri: donne meravigliose, partite leggendarie, occasioni perse e qualche volta colte. Buon divertimento. (seconda puntata)

Nel 1996 è nuovamente tempo di Olimpiadi, terza e ultima partecipazione per la nostra Nazionale. La seconda consecutiva, legittimata a Brno. Sales recupera Fullin, le Azzurre battono Cina e Giappone, poi cedono di un soffio al Brasile campione del mondo e dopo aver domato il Canada vanno ko con Russia e Cuba. Nei quarti ritroviamo l’Ucraina e finisce come un anno prima a Brno: è il 31 luglio 1996 e probabilmente è quello il giorno in cui si esaurisce la luna di miele tra Sales e la Nazionale.

A Budapest, l’anno dopo c’è un Argento da difendere. L’esordio è leggendario perché battiamo le padrone di casa dell’Ungheria con un canestro di Gardellin allo scadere (diretta Rai per oltre un milione di contatti). Fullin e Pollini hanno chiuso con la Nazionale ma il gruppo sembra solido. Errore. L’Italia si spegne giorno dopo giorno e termina undicesima, davanti alla sola Bosnia. La frammentazione degli Stati dell’Est Europa sta allontanando l’Italia dai vertici continentali. Superata la fase di assestamento, le nuove nazioni si riorganizzano e a turno emergono nel panorama europeo rendendo tutto più difficile. Nel 1999 ci confermiamo all’undicesimo posto, la fine dell’epoca Sales è imminente, non per un problema tecnico ma piuttosto per gli strascichi pesantissimi di una “lettera” pro-giocatrici italiane.

Torna in panchina Aldo Corno ma le Azzurre falliscono la qualificazione all’Europeo 2001 (passano Russia e Ungheria) e non va meglio negli anni successivi: nel 2003 chiudiamo ultimi nel girone dietro a Lituania, Repubblica Ceca e Belgio e poi a settembre 2004 si materializza un altro disastro. Le Azzurre battono l’Ungheria ma perdono le altre cinque, umiliate a Bercy dalla Francia al cospetto di 10.000 spettatori. Alla vigilia dell’ultima e inutile sfida con la Francia, Aldo Corno lascia il raduno di Como e torna a casa sua, che dista pochi chilometri dall’albergo. E’ la Nazionale delle “reduci” del primo millennio (Balleggi e Paparazzo) ma anche delle nuove (Zimerle, Zara, Macchi, Masciadri, Ballardini) ma non si vede la fine del tunnel. Con la Francia il giorno dopo in panchina va Renato Nani, per la sua unica partita (persa) da coach della Senior.

All’inizio del 2005 la FIP volta pagina e sceglie Gianni Lambruschi, da qualche mese campione d’Italia con la Comense. Il gruppo rimane lo stesso, cambia il sistema di gioco. L’Italia ha due anni per preparare un Europeo che manca dal 1999 e che siamo certi di giocare perché sarà l’Abruzzo a ospitarlo. La squadra sulla carta è completa, dotata di centimetri (Eva Giauro, Ress e Dacic) e con discreto talento distribuito nelle esterne (Macchi, Zara, Masciadri), tra le quali spicca la faccia tosta della diciannovenne Giorgia Sottana. L’Italia cede all’esordio con la Russia, supera a fatica la Grecia e crolla con la Francia. Nella seconda fase ci giochiamo con la Bielorussia l’accesso ai quarti: l’avversario ha zero pedigree e non sembra irresistibile e invece Leuchanka e compagne ci travolgono e volano verso il primo Bronzo della loro storia. L’epilogo è amarissimo, al punto che salta la panchina di Lambruschi.

Il suo successore è Giampiero Ticchi, che l’anno precedente ha allenato Faenza nella sua unica parentesi con la Femminile. Il coach romagnolo ha le idee chiare e a maggio 2008 convoca 40 atlete, anche quelle che da tempo hanno esplicitato il proprio disinteresse verso la Maglia Azzurra. Moro, Zimerle, Zara e Cirone negano la propria disponibilità, Macchi e Masciadri non ci sono e le qualificazioni per l’Europeo 2008 le affrontiamo con una squadra di “brutte, sporche e cattive“. La leader è Ballardini, al rientro da un brutto infortunio. Il cammino nel girone con Turchia, Bosnia, Finlandia e Polonia è dignitoso ma il turno non lo passiamo, il biglietto per l’Europeo lo strappiamo a dicembre dopo aver dominato Belgio e Croazia nel girone dell’Additional Round. In attacco Ticchi adotta il “triangolo offensivo” tanto caro a Phil Jackson, lo giochiamo e lo giochiamo bene.

 

L’EuroBasket 2009 si disputa a Riga e ci arriveremmo con la squadra al completo se non fosse per l’infortunio a Sottana. Le Azzurre superano Israele e Bielorussia nella prima fase e poi guadagnano l’accesso ai quarti di finale domando la Lituania nello scontro diretto. La Spagna ci nega la semifinale ma l’obiettivo credibile è il quinto posto, l’ultimo valido per accedere al Mondiale dell’anno successivo. Il 20 giugno 2009 la Riga Arena ospita Italia-Grecia, partita che dominiamo per 35 minuti e che vediamo sfuggire negli ultimi secondi (56-60, Macchi 22). Finisce con le nostre in lacrime e Maltsi e compagne a ballare il sirtaki a centro campo. Pochi giorni dopo torna il sorriso, per l’Oro vinto ai Giochi del Mediterraneo di Pescara.

Nel 2010 l’Italia perde Macchi per una fascite plantare e non si qualifica all’Europeo, estromessa da Croazia e Lituania per differenza canestri. A giugno 2011 l’Additional Round lo ospita Taranto, Ticchi convince Zara a tornare in Azzurro ma dopo un eccellente esordio contro la Serbia, le Azzurre si spengono contro la Germania, inattesa outsider che ci condanna a un’altra serata da dimenticare. Dopo il sesto posto del 2009, salteremo l’Europeo 2011.

Il posto di Ticchi viene preso da Roberto Ricchini, che annuncia un imponente ringiovanimento dell’organico: di fatto l’unica chioccia rimane Raffella Masciadri, il nuovo capitano. L’estate 2012 si rivela trionfale: l’Italia perde la prima partita di qualificazione in Lettonia ma vince le restanti sette, miglior ranking assoluto tra tutti i gironi. L’EuroBasket Women 2013 si gioca in Francia e neanche in questo caso non mancano le emozioni. Le Azzurre eliminano la Russia nella prima fase e affrontano la Serbia nei quarti di finale: per 39 minuti e 30 secondi è la partita perfetta, poi sprechiamo il +5 con un paio di palle perse. Altro giro, altre lacrime, altro rimpianto. Sfuma la semifinale che ci mancava da 18 anni, sfuma la qualificazione al Mondiale, sfuma il sogno di tornare protagonisti.

Sempre con Ricchini in panchina, l’Italia si qualifica anche per l’Europeo 2015 ma in Transilvania, nello specifico Oradea, rimaniamo pochi giorni. Quelli necessari a perdere in modo incredibile con la Bielorussia (dopo un overtime) e poi anche con Grecia e Turchia. Fuori al primo turno.

Petrucci decide di cambiare e sceglie Andrea Capobianco, altro tecnico importante in arrivo dalla Maschile. Macchi decide di tornare in Nazionale, le Azzurre dominano il girone di qualificazione e si presentano in Repubblica Ceca con discrete ambizioni.


L’Italia parte in quintetto con Elisa Penna (22 anni) e Cecilia Zandalasini (21 anni), astro nascente del basket internazionale e già devastante con le Nazionali Giovanili.
Dopo il facile successo con la Bielorussia, Capobianco perde Macchi per la frattura alla mandibola riportata dopo uno scontro con Hollingsworth. Le Azzurre abbracciano Chicca che torna in Italia per operarsi ma non fanno un passo indietro. Con la Lettonia ci giochiamo l’accesso al Mondiale, partita equilibratissima e risolta nel finale da un controverso fallo antisportivo fischiato a Zandalasini, con l’Italia a +1 a 8″ dalla fine. Lacrime, ancora. Altra occasione persa, altro momento doloroso.

A fine Europeo si cambia ancora, Marco Crespi subentra ad Capobianco. Non cambia però la dinamica, che ci vede superare in rimonta la Turchia testa di serie all’esordio e poi rovesciare il secchio pieno di latte il giorno dopo contro l’Ungheria.

Sconfitta che, dopo il successo sulla Slovenia ci costringe allo spareggio contro una delle squadre uscite dal girone della morte ovvero una tra Serbia, Belgio, Bielorussia e Russia. Ci capita quest’ultima ed è l’ultimo atto (54-63) di un Europeo iniziato tra mille aspettative e con una squadra sulla carta completa con gli innesti sotto canestro delle giovani Cubaj e Andrè.

Dopo un breve interregno (due partite) con Capobianco, nella primavera del 2020 la scelta per la panchina ricade su Lino Lardo: il mondo si ferma per la pandemia, al ritorno in campo (in “bolla” e tra mille tamponi e limitazioni) le Azzurre fanno filotto nelle finestre di Riga e Istanbul strappando una qualificazione che il ko all’esordio con la Cechia aveva complicato. A Valencia si gioca in una Fonteta deserta, l’Italia mette insieme un altro spiacevole deja-vu dominando la Serbia (poi medaglia d’Oro) per 39 minuti e 30 secondi: poi uno 0/2 ai liberi e una palla persa ci trascinano al supplementare, poi perso. Dopo i successi comodi con Grecia e Montenegro, lo spareggio con la Svezia di Marco Crespi. Sembra una sfida abbondantemente alla nostra portata e invece le Azzurre vengono travolte (46-64) non riuscendo mai a entrare in partita. Si torna a casa, scossi per un epilogo prematuro e inatteso.

Nel 2023 si torna a giocare in presenza di pubblico, sulla panchina Azzurra siede sempre Lino Lardo e il copione purtroppo si distacca molto poco dalle precedenti puntate: esordio negativo con la Cechia dopo aver dilapidato 14 punti di vantaggio, vittoria agevole con le padrone di casa di Israele, splendida figura col Belgio (poi medaglia d’Oro) e nel giorno decisivo, altro passo falso piuttosto clamoroso anche nelle dimensioni al cospetto di un Montenegro (49-63) tutt’altro che irresistibile. Ancora una volta fuori dalle prime otto, escluse quindi anche dal torneo pre-olimpico: ancora una volta la migliore prestazione offerta contro le future campionesse d’Europa prima di un cedimento strutturale nel giorno che conta di più.

Dal 13 aprile 1930 al 18 giugno 2025, giorno dell’esordio all’Europeo, ballano 34.765 giorni.

A seguire gli alti e bassi delle nostre Azzurre, non vi sono volati?