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Under 20 femminile

A sette giorni dal Bronzo di Sopron, parola a coach Mazzon e alle 4 esordienti

24 Luglio 2022

All’indomani della conclusione dell’Europeo Under 20 Femminile ci siamo fatti raccontare da Ilaria Panzera, Caterina Gilli e Giulia Natali le tante estati vissute con la Maglia della Nazionale addosso e le 12 medaglie complessive che le tre Azzurre si sono messe al collo dal 2017 al 2022, nonostante i due anni di stop per la pandemia.

La splendida Under 20 di Sopron ha sicuramente tratto linfa ed esperienza da Ilaria, Caterina e Giulia ma se c’è stata una squadra che in Ungheria ha incantato per la cifra complessiva dell’organico e per la capacità di trovare minuti e responsabilità importanti anche dalla panchina, è stata proprio l’Italia di Andrea Mazzon. Che anche a causa di una serie di problemi fisici occorsi nel corso del raduno di preparazione, ha spalancato le porte della Nazionale a quattro Azzurre che mai avevano partecipato a un Europeo, investendole di un ruolo significativo. Parliamo di Irene Guarise, Marta Pellegrini, Caterina Logoh e Sofia Varaldi, a loro abbiamo chiesto un bilancio al termine di una manifestazione che ha consegnato un’altra gioia al nostro Settore Giovanile Femminile.

Così coach Andrea Mazzon.
“Dopo alcuni giorni e soprattutto dopo aver avuto l’opportunità di leggere dei messaggi che le ragazze mi hanno inviato non posso che confermare la sensazione di fortuna e privilegio nell’averle incrociate. Sono realmente felice per loro, perché hanno trovato motivazioni e senso di urgenza comune, abbiamo spesso ripetuto che non dovevano preoccuparsi nè delle eventuali critiche nè del sentirsi riserve di qualcuno ma soprattutto mai considerarsi inadatte, perché alla prima esperienza importante in carriera. Come staff sottolineavamo continuamente che invece di evidenziare un problema ci si concentrasse tutte insieme sulla soluzione. Ho personalmente ripetuto tante volte che le osservazioni sia all’interno che all’esterno del gruppo di chi è negativo e mai, aveva attraversato esperienze del genere non doveva toccarci.

“Meglio essere ottimisti ed avere torto che essere negativi ed avere ragione” diceva Einstein, bene queste ragazze hanno dimostrato una forza e una volontà per attraversare i momenti più difficili in maniera meravigliosa. In tutto questo ho avuto un aiuto “silenzioso” enorme da parte di tutto lo staff (non parlo solo degli allenatori), che mi ha sempre supportato e consigliato su come relazionarmi con delle giovani donne.

Io da coach di Club ho finora solo raggiunto una semifinale scudetto e una Final Four di Eurocup in 6 mesi quindi troppo poco per giudicare una pallacanestro molto meno fisica di quella che ero uso, ma ho capito che da allenatore della Nazionale invece raccolgo il lavoro dei miei colleghi, non a caso in molti sport di squadra il nostro ruolo viene definito come “selezionatore” e non allenatore. Soprattutto dopo i 2 anni di pandemia senza mai allenarsi insieme è stato il lavoro degli allenatori dei club quello che ci ha portato a una medaglia, è per me evidente che i meriti vadano quasi esclusivamente a loro che le allenano ogni giorno, noi in 9 giorni di Europei non possiamo certo acquisire pregi non nostri.

Vorrei tanto vedere alcune di loro in Nazionale A o in qualche squadra di Eurolega ma il processo non sarà facile e sfortunatamente le medaglie giovanili servono a poco se il nostro movimento ha un decimo dei tesserati della Spagna, numeri impietosi su quali dovremmo tutti interrogarci. Numeri che aiutano chiaramente la Spagna a vincere U20 sia maschile che femminile adesso ma che poi porterà dopo gli Iberici, (come stanno già facendo…) a vincere medaglie Olimpiche e Mondiali. Questi ahime’ sono fatti inconfutabili sui quali gli allenatori devono cozzare giornalmente.
Ma se la passione animerà queste ragazze per come i miei occhi hanno visto, il futuro sarà loro.”

Irene Guarise
“È stato molto emozionante indossare per la prima volta quella canotta e soprattutto indossarla in un contesto così importante come un Europeo. Sicuramente il livello della competizione era molto alto quindi poteva non essere semplice esordire ma gli allenatori e le compagne mi hanno aiutata ad essere pronta e partita dopo partita ho cercato di dare il mio contributo per raggiungere il nostro obiettivo. È stata un’esperienza che porterò sempre con me, perché mi ha fatta crescere molto soprattutto mi ha dato nuovi stimoli e motivazioni per continuare a migliorare”.

Marta Pellegrini
Questo Europeo ha rappresentato qualcosa di speciale, soprattutto perché mi ha fatto provare emozioni mai provate prima. All’indomani della prima partita contro la Svezia ero emozionata ma allo stesso tempo super carica. L’emozione era tanta e devo ammettere che un po’ di pelle d’oca mi è venuta mentre cantavo l’inno di Mameli. Lo staff mi ha aiutata, sin dagli ultimi giorni di raduno, a prepararmi al 100% a questa competizione. Tutto sommato credo di aver giocato un buon Europeo, cercando di mettere in mostra le mie migliori qualità al servizio della squadra. Credo che questa medaglia sia il frutto della creazione di un gruppo che ha legato sia dentro che fuori dal campo, che si aiutava e si è aiutato sempre nei momenti più difficili sia durante il raduno che durante l’Europeo.

Sofia Varaldi
“Come mia seconda convocazione ad un raduno della Nazionale non avrei potuto davvero chiedere esito migliore; questo Bronzo per me vale molto più di ogni altra medaglia, appaga decisamente il duro lavoro tecnico e fisioterapico di questi ultimi due anni. A livello emotivo non avevo mai affrontato nessuna competizione di questo livello. Non è stato facile, sapevo che l’asticella era alta, ma ho cercato di dimostrare sin da subito la mia disponibilità in campo, e la fiducia dello staff e compagne l’ha reso più semplice. Queste ultime sono state super, tutte mi hanno aiutata creando l’intesa giusta dentro e fuori dal campo. Rivedere le ragazze che conoscevo e che non vedevo da tanto è stato molto bello, così come conoscere le altre, di cui avevo già una grande stima. Per lo staff non ho che parole di ringraziamento: quest’opportunità mi ha formata molto, ed è anche grazie alla loro fiducia e ai loro consigli se sono riuscita a sentirmi pronta per esordire in una competizione simile. Il mio bilancio di questo Europeo è assolutamente positivo: non fosse che per la partita con la Spagna, non ho alcun altro rimorso, solo bei ricordi che custodirò gelosamente e tanto orgoglio per noi, che abbiamo potuto coronare quest’esperienza con un’altra medaglia nonostante tutte le difficoltà incontrate”.

Caterina Logoh
“La mia prima esperienza all’Europeo è stata indescrivibile: a 48 ore dalla prima partita dovevo ancora metabolizzare il tutto! Si respirava il basket che tutti sognano di giocare, quello degli alti livelli. Inutile dire che l’ansia, come l’adrenalina, era al massimo prima, dopo e durante la partita, ma è proprio quella che ti spinge a dare tutto appena si ha la prima occasione. ed è quello che ho provato a fare io: sapevo quale fosse il mio ruolo e per quanto piccolo – ma allo stesso tempo grande per me – ho cercato di rispettarlo il più possibile, per far sì che tutta la squadra avesse l’equilibrio che è sempre stato il nostro punto di forza. Insomma, coronato con la medaglia di bronzo, il mio debutto non poteva che essere il migliore che potessi chiedere, e per questo voglio ringraziare tutti, partendo dalle ragazze e finendo per tutto lo staff che ci ha accompagnato e sostenuto dal primo giorno all’ultimo”.