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Deaflympics 2025: l’Italia chiude al quarto posto i “Giochi Olimpici silenziosi” di Tokyo
Si è concluso con un quarto posto, risultato comunque eccellente, la Deaflympics della Nazionale Sorde. Le Azzurre sono state sconfitte 57-70 dall’Ucraina campione d’Europa in carica.
Di seguito il comunicato dell’Ufficio stampa della Nazionale Sorde:
La partita inizia col piazzato di Cascio, arresto e tiro di Strazzari, assist di Sorrentino per il suo capitano. Ma l’ala azzurra commette poi il suo secondo fallo e lascia spazio a Viana. L’Ucraina però è ispirata al tiro e soprattutto il play sorprende le azzurre, firmando il primo sorpasso (8-11). In quel frangente la difesa non regge l’urto (12-20 al 9’), ma ancora Cascio ricuce prima del riposo. Sautariello apre il 2° periodo con una rubata e s’invola in contropiede, poi mette una tripla (19-24) ma l’Ucraina non batte ciglio e ogni volta riparte con più energia, facendo valere la sua stazza sia nei contatti in difesa che in attacco, dove arriva facilmente ad appoggiare la palla al vetro. Prima dell’intervallo Spirito trova un gioco da tre punti che riapre il match. E la ripresa comincia nello stesso modo, con Lorenza che spinge e trova di forza il -7 (30-37). Sembra il preludio di una bella rimonta, invece arriva un break a loro favore che spegne gli entusiasmi (30-46) e l’Italia precipita a -19. Un po’ d’orgoglio, con Viana rocciosa in difesa, serve per tenere vive le speranze all’ultimo riposo, al quale l’Italia si accomoda sul -15. Ci sono ancora 10’ per crederci, ma ogni volta che le azzurre si riavvicinano (47-59 al 34’) con un altro piazzato di Cascio che non vuole arredersi, l’Ucraina trova l’ennesimo siluro dall’arco che respinge l’assalto; Sautariello risponde (50-62 al 36’), ma l’Ucraina dispone di troppe mani calde dai 6.75 per riuscire a neutralizzarle tutte. Ma è soprattutto il 58% contro il 38% nel tiro a fare la differenza, nonostante le 27 perse dall’Ucraina. L’ultimo sussulto è la bomba di Strazzari per un nuovo -12 (53-65) ma non c’è più tempo per rimediare e il bronzo finisce al collo dell’Ucraina.