Stories Under 16 femminile
Europeo U16F: Isabel e Anna, dalla Reyer Venezia alla Maglia Azzurra

L’Europeo Under 16 Femminile scatta in Romania il giorno di Ferragosto e le Azzurre di coach Giovanni Lucchesi affronteranno all’esordio Israele. In avvicinamento al debutto di Pitesti abbiamo approfondito la storia di Isabel Hassan e Anna Sablich, bi-campionesse d’Italia con la Reyer Venezia dove sono approdate ad appena 14 anni.
Isabel Hassan e Anna Sablich sono approdate insieme alla Reyer Venezia ad appena 14 anni. Hanno lasciato presto casa e famiglia per inseguire un sogno, ripagato pienamente da due scudetti vinti negli ultimi due anni e da una presenza ormai fissa in Nazionale, che ne fa due punti di riferimento imprescindibili in vista dell’Europeo Under 16 che scatta a Pitesti (Romania) il giorno di Ferragosto contro Israele (ore 12.00). Una manifestazione che entrambe hanno già giocato con le Azzurre e che le mette nelle condizioni di poter trasferire la loro esperienza in campo e fuori alla Nazionale di coach Giovanni Lucchesi, sotto la cui guida Isabel conquistò il bronzo in Turchia due anni fa, inserita anche nel miglior quintetto della manifestazione: ”Non ho molte parole per descrivere un’esperienza semplicemente unica, avevamo perso nettamente tutte le amichevoli di 20/30 punti e ci presentavamo a questo appuntamento apparentemente senza aspettative, ma in cuor nostro sapevamo di avere delle potenzialità e lo abbiamo dimostrato soprattutto nel supplementare della semifinale con la Francia, una delle partite più belle che io abbia mai giocato e della quale conservo emozioni bellissime”, esordisce Isabel.

E che dodici mesi dopo a Miskolc ha visto l’Italia, stavolta con Hassan e Sablich in campo insieme (c’erano anche Emilia Magni, Giulia Mueller e Aisha Diagne del roster attuale) arrivare ad un passo dal podio, chiudendo con un altrettanto lusinghiero quarto posto: ”E’ stato fondamentale per noi vivere questa esperienza, perché essere parte di una squadra di ragazze un anno più grandi ti richiede di tenere un livello più alto ed uno sforzo fisico e mentale maggiore, un bagaglio prezioso da trasferire alle nostre compagne – aggiunge Anna – replicando quello che è stato fatto con noi: ci diamo una mano a vicenda ed è molto bello come ruolo”.
L’Europeo 16 sarà, curiosamente, per Isabel Hassan la prima volta in campo con le coetanee del 2009, una sfida stimolante, per la quale la giocatrice cresciuta nel vivaio del Basket Roma sembra avere la ricetta giusta: ”E’ la prima volta che gioco con le mie pari-età, di sicuro mi fa un certo effetto, ma cercherò innanzitutto di trasmettere la tranquillità e la leggerezza con cui cerco di affrontare sempre ogni sfida, perché è questo che realmente fa la differenza. Ci possono essere degli errori tecnici come sbagliare una difesa, ma la compattezza di squadra è ciò che più conta in una competizione come questa e se un gruppo è unito, ne viene fuori alla distanza”.
Un gruppo dal quale Anna Sablich sembrava seriamente dover essere estromessa a causa di un forte colpo al naso ricevuto nella seconda amichevole giocata con la Lettonia, ma alla fine la caparbietà ed un pizzico di lucida follia della regista pesarese hanno avuto la meglio, facendola tornare in campo a tempo di record: ”Quando ho preso questo colpo, il mio primo pensiero è stato se avessi potuto giocare o no l’Europeo, la prima prognosi di dieci giorni sembrava avermi messo fuori dai giochi, ma quando sono tornata a Castel San Pietro per seguire le mie compagne nelle due amichevoli successive con l’Ungheria mi sono sentito molto meglio e abbiamo valutato se ci fosse la possibilità di tornare in campo. Posso farlo solo con l’utilizzo della maschera, mi dovrei operare se dovessi ricevere un nuovo trauma, ma tornare in campo è stato il regalo più bello e la felicità di essere qui è più forte di ogni preoccupazione”.
Il rapporto con la Nazionale delle due giocatrici reyerine si esplica e snoda anche attraverso altre competizioni cui Isabel e Anna hanno avuto modo di partecipare, a dispetto della loro giovane età. “Isa” è reduce dall’Europeo Under 18 di La Palma chiuso al sesto posto col medesimo gruppo che fu di bronzo due anni prima a Konya e settimo al Mondiale di Leon: ”C’è tanto rammarico per la partita persa nel girone con la Slovenia, oggettivamente eravamo più forti ma non siamo riusciti ad imprimere il nostro controllo alla sfida e questo ci ha esposto ad un quarto di finale proibitivo con la Francia, ma è stata un’altra bellissima esperienza, la terza in fila da condividere con lo stesso gruppo che aveva partecipato anche al Mondiale. E’ un evento che si distingue completamente dagli altri per lo stile di gioco e la diversa cultura delle avversarie, il Giappone mi ha colpito in maniera particolare per il suo gioco velocissimo e la rapidità nell’andare al tiro, ma è stato curioso incrociare anche statunitensi e canadesi al di fuori dell’Hotel e percepire il loro modo di vivere il Mondiale”. Competizioni alle quali Isabel ha partecipato sempre sotto età rispetto alle compagne, che tuttavia ripongono sempre grande considerazione e fiducia nell’atleta romana: ”Sono una persona positiva e decisamente ottimista, provo a vedere qualcosa di buono anche in una partita che dovesse andare male e la affronto con grande spensieratezza, cercando di non farmi coinvolgere più di tanto, perché resta pur sempre un gioco”.
Un coro al quale si aggiunge anche la compagna di squadra e di Nazionale Sablich: ”Siamo arrivate alla Reyer nello stesso anno e si è instaurato un legame che va ben oltre la pallacanestro, ho condiviso con Isabel praticamente tutto, gioie e delusioni, è una ragazza vera e quando sei lontano da casa hai bisogno di avere una persona come lei al suo fianco: io sono molto fortunata ad averla trovata e poter condividere tutto questo con lei”, conferma Anna a proposito di un binomio che alla società veneta ha portato anche due scudetti negli ultimi due anni, l’Under 15 nel 2024 a San Vincenzo, il titolo nella categoria immediatamente più grande ad inizio di questa Estate a Battipaglia. “Il titolo Under 15 è stato bello come ogni prima volta che si rispetti, ma l’Under 17 di quest’anno lo sento ancora più mio, perché è un campionato nel quale il livello si alza sensibilmente, noi avevamo un po’ più di pressione addosso, ma è stata una grande soddisfazione averlo conquistato”, spiega la playmaker marchigiana, che a sua volta aveva debuttato in Azzurro in occasione del Torneo dell’Amicizia 2024 disputato a Varese: ”Un Torneo dall’atmosfera unica, perché c’era tanta sana competizione in campo tra squadre giunte in Italia da diverse parti d’Europa, ma al cui termine, soprattutto l’ultima sera, ci siamo scambiati ogni pezzo dei nostri kit ufficiali in giro per i corridoi dell’Hotel. Ci siamo divertite tanto e sono tornata a casa con maglie e felpe di diverse Nazionali che ancora oggi indosso”.

Nel caso di Isabel i confini nazionali, ed in alcune circostanze anche europei, sono stati varcati anche individualmente e per prendere parte a manifestazioni dedicate ai migliori prospetti giovanili provenienti da tutto il mondo, come in occasione dello stage Jr. Nba di Abu Dhabi nel 2022: “Ero davvero piccola, nonché la più giovane di un evento in cui sembrava davvero tutto nuovo per me che venivo da un contesto piccolo e familiare come il Basket Roma, ma mi è servito a conoscere e vedere cosa ci fosse al di fuori dell’ambito italiano cui ero abituata – ricorda la giocatrice campionessa d’Italia Under 15 2022 e 2023 con la società nella quale è cresciuta – e aperto gli occhi sullo stile di gioco generale, oltre che permettermi di instaurare nuove amicizie con ragazze che poi ho ritrovato da avversarie negli Europei Under 16 e 18 giocati in Nazionale”. In particolare l’attenzione si è concentrata sul livello medio fisico – atletico riscontrato soprattutto nell’Adidas Eurocamp dell’anno successivo: ”Il torneo che mi ha fatto cambiare definitivamente prospettiva e fatto capire che avrei dovuto alzare il livello del mio gioco, perché se non sei pronta fisicamente rischi di essere “mangiata”, c’erano Arianna Lopez e Sarah Strong, che quest’anno ha vinto il titolo NCAA con UConn, giusto per dare l’idea della qualità e del talento delle partecipanti”.
Isabel e Anna sono arrivate, come detto, a Venezia nel 2023, lasciando ad appena 14 anni famiglia e club nel quale hanno preso per la prima volta la palla in mano, accomunate dalla decisiva presenza ispiratrice dei fratelli maggiori: ”La decisione di lasciare la famiglia e gli amici è stata dura, ma la mia passione per il basket era così forte da rendere necessario questo passo e non farmi provare mai un rimorso, né un ripensamento di tornare indietro, naturalmente è costato tanti sacrifici stare lontano da casa, ma questa è una scelta che ti obbliga a crescere più in fretta degli anni che hai, devi imparare a fare tutta da sola perché sei lontano da casa e i genitori li senti solo al telefono, ma sono grata di poter sfruttare questa chance”, racconta Anna, che è cresciuta Pesaro insieme ai fratelli Pietro e Giovanni (entrambi lo scorso anno in B interregionale a Senigallia) sulla cui scia ha intrapreso la strada della palla a spicchi: ”Sono i miei idoli perché ho cominciato a giocare a basket andando a vedere le loro partite e tirando a canestro sulle spalle di mio papà nelle pause e nei timeout, ho iniziato nella loro società giocando insieme ai maschietti per poi passare alla Reyer, ma loro sono stati la mia guida e non sarei mai arrivata a questo punto. Guardiamo in streaming a vicenda la partite, ci diciamo consigli ed è molto bello avere questo rapporto con dei fratelli che possano capirti”.

“Il passaggio da Roma a Venezia all’inizio è stato difficile, una scelta importante per me: ho lasciato casa, amici e famiglia all’improvviso e non è stato facile, ma poi mi sono ambientata prima grazie alle mie coinquiline, poi alle compagne di squadra e di scuola. Mi ritengo fortunata, umanamente mi trovo molto bene e ciò mi ha aiutato a soffrire meno la mancanza di casa” racconta Isabel a proposito del momento in cui ha salutato la Capitale e quel fratello maggiore, nel frattempo approdato prima a Bassano e poi a Trento, altrettanto determinante perché sbocciasse l’amore per il basket: ”Ho iniziato grazie a mio fratello Patrick, andavo spesso a vederlo giocare e mi divertivo a tirare, così un giorno mi hanno proposto di allenarmi. All’inizio era solo un divertimento, un modo per stare con le mie amiche ma in poco tempo mi sono affezionata al basket, a prenderlo sul serio. Ora è una parte fondamentale di me e della mia vita”. Patrick è il playmaker titolare della Nazionale Under 18 che a Belgrado ha conquistato la medaglia di bronzo (dopo due secondi posti consecutivi all’Europeo e al Mondiale dei due anni precedenti), e dell’Aquila Trento vicecampione d’Italia Under 19, il club con cui ha anche potuto esordire in Serie A, fino a partire in quintetto nella gara 4 dei quarti di finale dei playoff sul parquet del Forum: “Ero a casa pronta a collegarmi per vedere la partita, ma quando ho visto nella grafica che sarebbe partito in quintetto, mi sono sentita “male” (da intendere nella allegra e colorita accezione romana del termine) per lui. Mio fratello in quintetto contro Milano? Mi sembrava surreale, ma io sono stata felice ed orgogliosa di lui, anche perché il playmaker è il giocatore che guida la squadra e questo ha reso il momento ancora più speciale, abbiamo un rapporto molto forte adesso che ci siamo allontanati, siamo molto uniti, ci sentiamo tutti i giorni per raccontarci cose più leggere, ma ci confrontiamo spesso anche sugli aspetti del gioco. Quello che mi piace più di lui è l’impegno e il cuore che ci mette in campo: è la sua qualità che più vorrei fare mia”.
L’esordio in Serie A era arrivato, il 2 Novembre dello scorso anno, anche per Isabel, in occasione, al Taliercio, della sfida casalinga con Brescia: ”Ero in panchina ed eravamo largamente avanti nel punteggio, quindi ho capito che sarei potuta entrare, sentivo anche le compagne caldeggiare il mio ingresso in campo “metti Isabel, metti Isabel”, finché anche coach Mazzon mi ha detto: “Bel, vai!”. Era tutto molto strano quando sono entrata in campo, c’era tanto rumore ed io ero molto presa da tante cose, quando sono andata in post basso e ho ricevuto palla mi sono solo detta di andare su “forte” e quando ho segnato ho finalmente pensato “si, ce l’ho fatta”. Prima della partita avevo parlato con Matilde Villa e mi aveva detto di rimanere tranquilla e di fare tutto con la massima convinzione. Ho capito la dedizione che le giocatrici professioniste hanno per questo sport, ma a livello umano non è cambiato niente, fortunatamente ho incontrato da parte loro molta disponibilità, non mi hanno mai rimproverata, ma anzi sono sempre state pronte a darmi un consiglio: è bello vedere come queste giocatrici siano disposte ad aiutare noi più giovani”.
Video Legabasket Femminile primi punti Isabel in Serie A

La stessa playmaker della Nazionale è da sempre l’idolo di Anna Sablich, che in questa stagione ed in attesa che Matilde torni al più presto in campo dopo l’intervento al crociato, ha potuto condividere il parquet per più allenamenti proprio con la giocatrice da cui trae più ispirazione: ”Ho fatto alcuni allenamenti con la Serie A ed ho avuto modo di osservarla da vicino, cercando di immedesimarmi in lei e nelle sue scelte, sono contentissima di questo e non vedo l’ora che la stagione ricominci per continuare a interpretare da vicino il suo gioco”.
Nel frattempo un altro Europeo sta per cominciare, un nuovo capitolo affascinante da vivere insieme nella storia umana e sportiva di due ragazze cresciute molto presto e con un amore per il basket sempre limpido e sincero come fosse il primo giorno.

di Donatello Viggiano