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Nazionale A femminile

EuroBasket Women 2021 Qualifiers. Una grande Italia batte la Repubblica Ceca 69-63. Lardo: "Orgoglioso. In campo sono state leonesse"

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15 Novembre 2020

Riga. Segna, difende, vince. È bellissima l’Italia che fa due su due nella “bolla” lettone battendo anche la Repubblica Ceca (63-69, non accadeva dal 1995 in competizioni ufficiali). Le Azzurre tolgono l’imbattibilità alle ceche agganciandole al primo posto in classifica rimanendo però dietro alle avversarie per differenza canestri. Due punti comunque pesantissimi nella corsa alla qualificazione europea: ora l’Italia può davvero ambire ad essere una delle migliori cinque seconde classificate in ottica EuroBasket Women 2021. Una prestazione molto più che solida contro un avversario di stazza superiore, imbrigliato per 40 minuti grazie a una difesa di ferro. Career high e prestazione da incorniciare per Beatrice Attura (20 punti). In doppia cifra anche Cecilia Zandalasini (12) e Debora Carangelo (11).

“Sono orgoglioso di queste ragazze – ha detto il CT Lino Lardo a fine match – perché non è stata una vittoria di solo cuore ma anche e soprattutto un successo costruito con dedizione e intelligenza tattica. Una prestazione di livello contro un’avversaria di tutto rispetto. In una settimana non era facile ottenere questi risultati e ci siamo riusciti grazie alla grande professionalità di queste ragazze: leonesse”.

Il primo tempo delle Azzurre è quasi perfetto. La palla viaggia veloce come due giorni fa contro la Romania e l’attacco ne beneficia. In difesa le ragazze di coach Lardo contestano ogni pallone asfissiando le iniziative della Repubblica Ceca. Poco importa che il tonnellaggio e i centimetri siano nettamente a favore delle avversarie. Si va sotto e si lotta senza remore. Le due triple di Carangelo in avvio chiariscono che l’Italia non fa calcoli, soprattutto dopo l’inattesa vittoria della Danimarca sulla Romania. Tutto si può dire a questa squadra, tranne che manchi di carattere e determinazione: di fronte alla stazza delle ceche emergono le doti di Beatrice Attura, ispiratissima in avvio di seconda frazione. I suoi 12 punti all’intervallo sono già career high (20 punti finali). A turno coach Lardo trova spunti importanti per rimpinguare il bottino. Prima da Penna, che firma il break Azzurro all’inizio del secondo quarto, e poi da Andrè, che segna e poi stoppa in sequenza Bartakova e Stoupalova. Elhotova si carica le compagne sulle spalle (16 punti nei primi 20 minuti) ma a chiudere avanti il primo tempo è l’Italia: 35-32.

Dopo due frazioni da osservata speciale, Cecilia Zandalasini decide che è il momento di incidere. 10 punti di fila e Azzurre avanti 44-39. L’Italia ha carattere e lo dimostra anche Martina Bestagno: doppio rimbalzo in attacco, canestro e fallo. Libero segnato per il 48-41 Italia. Belle da vedere e terribilmente concrete, le ragazze trovano protagoniste diverse in tutti i momenti delicati della contesa. Il 69-63 finale va forse un po’ stretto ma il peso specifico di questa vittoria è grande e si capirà in concreto soprattutto dopo le ultime due partite di febbraio.

Nel primo pomeriggio, abbastanza a sorpresa, la Danimarca finora fanalino di coda, ha battuto la Romania ribaltando il 15 dell’andata. Il 91-74 proietta le danesi al terzo posto provvisorio davanti proprio alle romene. Partita mostruosa di Maria Jespersen, con 35 punti, 6 rimbalzi e 3 assist. La svolta nel terzo quarto, vinto dalle biancorosse 31-14. Non basta il duo romeno Godri-Parau (19)-Marginean (17).


I tabellini

Repubblica Ceca-Italia 63-69 (19-16, 13-19, 15-15, 16-19)
Rep. Ceca: Brezinova 10 (2/3, 1/6), Krejzova, Bartakova* 5 (2/5, 0/1), Adamcova* (0/1), Elhotova* 25 (4/7, 5/8), Mircova, Berankova ne, Stoupalova* 4 (2/6, 0/1), Matuskova 7 (2/5, 1/5), Holubova ne, Reisingerova* 12 (5/8), Zaplatova ne. All: Svitek
Italia: Romeo (0/1 da tre), Bestagno* 5 (1/5, 0/2), Carangelo* 11 (0/1, 3/6), Spreafico ne, Zandalasi-ni* 12 (3/9, 1/3), Pan* 6 (0/1, 2/4), Crippa, Madera ne, Andrè 4 (2/4), Cinili* 6 (3/4, 0/2), Attura 20 (5/6, 2/4), Penna 5 (1/4, 1/1). All: Lardo

Tiri da due RepC 17/35, Ita 15/34; Tiri da tre RepC 7/21, Ita9/23; Tiri liberi RepC 8/8, Ita 12/17. Rimbalzi RepC 40 (11 Brezinova), Ita 26 (6 Bestagno). Assist RepC 16 (6 Bartakova), Ita 14 (5 Zandala-sini).
Uscite 5 falli: nessuno
Arbitri: Alfred Jovovic (Croazia), Elena Chernova (Russia), Mehmet Sahin (Turchia)

Danimarca-Romania 91-74 (19-27, 18-17, 31-14, 23-16)
Danimarca: Hesseldal* 13 (5/7, 1/3), Emsbo 2 (1/2), Brynaa (0/1), Tryggedsson 3 (1/3 da tre), Sei-lund* 12 (3/3, 2/5), Viso (0/1 da tre), Jespersen* 35 (9/19, 4/6), Ryder* 15 (4/4, 1/4), Hee* 5 (2/4, 0/1), Ziegler ne, Pedersen ne, Rimdal 6 (2/3 da tre). All: Krone
Romania: Ghizila* 3 (0/2, 1/5), Popescu (0/2 da tre), Filip (0/3 da tre), Godri-Parau* 19 (5/9, 1/2), Ardelean 10 (2/2, 2/3), Pavel* (), Irimia 2 (0/1 da tre), Sipos* 6 (3/3, 0/1), Orban 8 (3/7), Podar (0/2, 0/1), Marginean* 17 (5/5, 1/3), Kelemen (0/1, 0/2) All: Avci

Tiri da due Dan 24/39, Rom 22/37; Tiri da tre Dan 11/26, Rom 5/23; Tiri liberi Dan 10/19, Rom 15/17. Rimbalzi Dan 38, Rom 29. Assist Dan 26, Rom 16.
Uscite 5 falli: nessuno
Arbitri: Goran Sljivic (Austria), Ilya Putenko (Russia), Amel Dahra (Francia)

Romania-Italia 68-90 (15-27, 16-24, 17-12, 20-27)
Romania: Ghizila 16 (2/4, 4/8), Filip, Godri-Parau* 4 (2/2, 0/1), Ardelean 2 (1/2), Pavel* 15 (4/9), Irimia* 3 (0/1, 1/1), Sipos* 9 (3/3, 1/6), Orban 2 (1/1), Uiuiu (0/1 da tre), Podar, Kilin (0/1 da tre), Marginean* 17 (1/3, 3/7). All: Avci
Italia: Romeo 7 (0/1, 1/3), Bestagno* 6 (2/2, 0/1), Carangelo* 11 (2/3, 2/4), Zandalasini* 18 (3/6, 2/6), Pan* 12 (4/7 da tre), De Pretto ne, Crippa, Madera, Andrè 12 (5/8), Cinili* 10 (5/6, 0/1), Attu-ra 1 (0/1, 0/1), Penna 13 (2/3, 3/5). All: Lardo

Tiri da due Rom 14/25, Ita 19/30; Tiri da tre Rom 9/25, Ita 12/28; Tiri liberi Rom 13/16, Ita 16/26.
Rimbalzi Rom 34 (11 Pavel), Ita 28 (6 Andrè). Assist Rom 22 (5 Ghizila, Parau), Ita 27 (8 Zandalasini, Romeo).
Uscite 5 falli: Marginean
Arbitri: Alfred Jovovic (Croazia), Goran Sljivic (Austria), Valentin Oliot (Francia)

Repubblica Ceca-Danimarca 84-64 (26-23, 20-18, 18-11, 20-12)
Rep. Ceca: Brezinova 8 (3/6, 0/1), Krejzova 9 (3/4, 1/5), Bartakova 17 (5/7, 1/4), Adamcova 13 (1/5, 2/3), Elhotova 21 (4/6, 4/4), Mircova (0/2 da tre), Berankova, Stoupalova 4 (1/2 da tre), Matuskova 12 (1/1, 3/5), Holubova (0/1), Reisingerova (0/2), Zaplatova ne. All: Svitek
Danimarca: Hesseldal* 10 (2/8, 2/3), Emsbo 1 (0/6), Brynaa (0/1), Tryggedsson 3 (1/2 da tre), Sei-lund 4 (2/4), Viso 3 (0/1, 1/2), Jespersen 18 (5/15, 1/3), Ryder 6 (2/5, 0/4), Hee 12 (3/5, 2/2), Zie-gler 5 (1/1, 1/2), Pedersen (0/1, 0/2), Rimdal 2 (1/2, 0/2). All: Krone

Tiri da due RepC 17/32, Dan 16/49; Tiri da tre RepC 12/26, Dan 8/22; Tiri liberi RepC 14/21, Dan 8/14. Rimbalzi RepC 41, Dan 42. Assist RepC 23, Dan 18.
Uscite 5 falli: Hesseldal (Dan)
Arbitri: Marek Maliszewski (Polonia), Ilya Putenko (Russia), Amel Dahra (Francia)


Le Azzurre
#3 Nicole Romeo (1989, 170, P, Passalacqua Ragusa)
#4 Martina Bestagno (1990, 189, C, Umana Reyer Venezia)
#5 Debora Carangelo (1992, 168, P, Umana Reyer Venezia)
#6 Laura Spreafico (1991, 180, A, Gesam Gas e Luce Lucca)
#9 Cecilia Zandalasini (1996, 185, A, Fenerbahce – Turchia)
#11 Francesca Pan (1997, 185, G/A, Umana Reyer Venezia)
#13 Valeria De Pretto (1991, 185, A, Famila Wuber Schio)
#14 Martina Crippa (1989, 178, G, Famila Wuber Schio)
#16 Sara Madera (2000, 186, C, PF Broni '93)
#22 Olbis Futo Andrè (1998, 186, C, Famila Wuber Schio)
#23 Sabrina Cinili (1989, 191, A, Famila Wuber Schio)
#30 Beatrice Attura (1994, 175, P, Umana Reyer Venezia)
#32 Samantha Ostarello (1991, 188, A, La Molisana Campobasso)
#41 Elisa Penna (1995, 190, A, Umana Reyer Venezia)


EuroBasket Women 2021 Qualifiers

Girone D, Riga (Lettonia)
13 novembre 2020
Repubblica Ceca-Danimarca 84-64
Romania-Italia 68-90

15 novembre 2020
Danimarca-Romania 91-74
Repubblica Ceca-Italia 63-69

Classifica Girone D*
Repubblica Ceca 7 (3/1)
Italia 7 (3/1)
Danimarca 5 (1/3)
Romania 5 (2/2)

*FIBA assegna 2 punti per la vittoria e un punto per la sconfitta

Le gare della prima finestra
15 novembre 2019
Italia-Repubblica Ceca 52-62
Romania-Danimarca 70-55

17 novembre 2019
Danimarca-Italia 72-82
Repubblica Ceca-Romania 60-59

Le gare della terza finestra (date da confermare)
4 febbraio 2021
Italia-Danimarca
Romania-Repubblica Ceca

7 febbraio 2021
Italia-Romania
Danimarca-Repubblica Ceca

Formula
Le 33 squadre sono state divise in 9 Gironi, sei da quattro squadre e tre da tre. Accedono all'Europeo 14 Nazionali: le prime di ogni Gruppo e le cinque migliori seconde. Per il calcolo delle migliori seconde verranno esclusi i risultati ottenuti nel girone contro le squadre quarte classificate.
La fase finale dell'EuroBasket Women 2021 (17-27 giugno) si giocherà a Valencia (Spagna), la Francia ospiterà due gironi della prima fase a Strasburgo. L'Europeo sarà dunque organizzato in maniera congiunta da Francia e Spagna.

Ufficio Stampa Fip

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Altre News

16/01/2021
Kit microfoni-auricolari per gli arbitri di Serie A. Dalle gare di domenica 17 gennaio

Da domani, prima giornata del girone di ritorno del Campionato di Serie A maschile, tutte le terne arbitrali saranno dotate di un sistema di microfoni-auricolari che permetterà agli arbitri di comunicare in continuità fra di loro, senza dover aspettare le interruzioni del gioco. Il kit microfoni-auricolari è stato già testato con successo durante la Final Eight di Coppa Italia 2020 ricevendo il parere favorevole del Consiglio Federale, del Comitato Italiano Arbitri e dell'Organo Tecnico Arbitrale permettendo agli arbitri di svolgere al meglio il lavoro di squadra senza inficiarne la concentrazione.

15/01/2021
L'Europeo 1952 giocato a Mosca sotto la neve, cantando "La Montanara"

La terza edizione dell'Europeo Femminile si gioca a Mosca dal 18 al 25 maggio 1952. Nel 1938 è arrivato l'Oro Azzurro al termine di un torneo a 5 squadre, nel 1950 l'Italia si è piazzata al quinto posto su 12 partecipanti. Due anni dopo alla nostra formazione si chiede di consolidare quel risultato, magari scavalcando la Francia nel ranking delle squadre occidentali. Le premesse non sono delle migliori, purtroppo. Il CT Achille Baratti e l'allenatore Enrico Garbosi perdono per infortunio due pedine fondamentali come Anna Branzoni e Francesca Cipriani. La partenza per Mosca viene messa in discussione fino a pochi giorni dall'esordio perché per ragioni politiche l'Unione Sovietica fatica a rilasciare i visti necessari a un Paese proveniente dal blocco NATO. Ne fa le spese alla fine il presidente della FIP Aldo Mairano, a cui non viene permesso di partire. Il capo delegazione diventa Baratti. Alla vigilia la stampa italiana non si augura solo un buon risultato: "Vorremmo proprio che le Azzurre si battessero bene a Mosca e che raccogliessero le simpatie del pubblico. Mandiamo brave ma anche graziosissime rappresentanti: abbiamo sempre sempre pensato che lo sport femminile non debba in fondo disgiungersi dal fatto estetico e da un concetto di grazia-bellezza. Andiamo a Mosca con donne-donne e non con donne-cavallo". Dopo sei giorni di collegiale a Bologna si parte alla volta di Mosca. Fosse facile. Treno dall'Emilia fino a Vienna, volo quantomeno avventuroso verso Leopoli, nell'attuale Ucraina, e poi 24 ore di treno per arrivare a destinazione. Le Azzurre racconteranno quel viaggio come un'esperienza faticosa ma indimenticabile, emozionante, unica. L'unico momento di tensione al momento del decollo da Vienna, su aereo sovietico mandato appositamente in Austria per prelevare le squadre. Si sparge la voce che la fila più sicura sia quella in fondo al velivolo, al momento di salire in aereo scatta la corsa selvaggia all'ultimo posto. L'Unione Sovietica è certa di vincere l'Europeo, cosa che poi farà, e organizza l'Europeo in grande stile: si gioca nello stadio della Dynamo che può ospitare fino a 100.000 spettatori. Il problema è che il campo è in terra battuta e le partite si svolgono all'aperto: il maggio moscovita non aiuta quanto a clemenza e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le squadre meno abituate a quelle temperature. Tra queste l'Italia. Al seguito della delegazione c'è anche un arbitro, Vito Pinto, anche se a Mosca per la prima volta arbitrano anche delle donne. Un cronista riporta: "Per la prima volta partite di pallacanestro sono state arbitrate da donne, le quali si sono dimostrate nettamente superiori agli uomini che le avevano precedute". Il 18 maggio il nostro esordio è traumatico, per non dire indimenticabile. L'Italia viene accolta in campo per la sfilata inaugurale tra gli applausi ma in testa alla delegazione c'è una bandiera con lo stemma sabaudo. Seguirà nei giorni successivi un'interrogazione parlamentare per chiarire l'accaduto. Il giorno dopo la guida delle Azzurre, tale Wladimiro, sistemerà la situazione rimediando un tricolore corretto. Si gioca alle 19.00 in un freddo polare, l'Ungheria è fortissima e ci spazza via. Le cronache da Mosca sono scarse, non ci sono giornalisti al seguito ma le Azzurre si ingegnano anche in questo. Ornella Buttini incrocia in albergo una nostra connazionale che l'indomani tornerà in Italia e le consegna una cronaca della partita. "Mi figuro la sorpresa che avrà destato la nostra sconfitta con l'Ungheria. Chi non ha assistito all'incontro non può certo rendersi conto di come abbiamo potuto giocare così male. Ci accorgemmo subito della nostra impossibilità di vincere. Le magiare fisicamente sono molto più dotate di noi, erano pronte a rimbalzo e sicure di sè, e soprattutto soffrivano meno il freddo. Sul campo soffiava un vento gelido. Le riserve che aspettavano il loro turno si erano avvolte in coperte di lana. Le nostre mani erano diventate viola per il freddo: in ogni intervento anche le migliori di noi si lasciavano sfuggire la palla". Nei successivi due impegni, le Azzurre regolano facilmente la Finlandia (60-28) e poi l'Austria (50-24) ma quando si torna ad affrontare squadre dell'Est (Polonia e Ungheria) arrivano le due sconfitte che ci fanno chiudere l'Europeo al sesto posto. Risultato non brillante ma accettabile considerate le tante difficoltà: la Francia fa però peggio di noi e quindi il primato "occidentale" è salvo. L'ultima uscita dell'Italia a Mosca assume contorni epici. Nel corso della partita con la Bulgaria inizia a nevicare, le Azzurre in panchina provano a riscaldarsi in tutti i modi e iniziano a intonare "La Montanara". Il giorno dopo la fine dell'Europeo, il successo dell'Unione Sovietica viene raccontata così sui nostri quotidiani. "La finale tra URSS e Cecoslovacchia è stata disputata davanti a 23.000 spettatori sotto una fitta pioggia, allo stadio Dynamo. Nessuno si è allontanato: sono rimasti tutti a inzupparsi e hanno fatto capire di essere dei veri sportivi rimanendo impassibili, corretti. Applaudivano all'indirizzo della loro squadra ogni volta che l'URSS affrontava un'avversaria dei Paesi occidentali ed è umanamente comprensibile". Col sesto posto, l'Italia si qualifica per la prima edizione del Mondiale che si gioca dal 7 al 22 marzo 1953 in Cile. Per mancanza di fondi la Federazione decide di non inviare la Nazionale, le uniche squadre europee sono Svizzera e Francia. Le transalpine chiudono al terzo posto dietro Stati Uniti e le padrone di casa del Cile. Ma quell'Europeo giocato nel gelo dello stadio Dynamo di Mosca resterà nella memoria per sempre. Le Azzurre: 3 Noemi Serpellon 4 Anna Sommi 5 Liliana Ronchetti 6 Ester Baitz 7 Franca Ronchetti 8 Marisa Caciolli 9 Ornella Buttini 10 Idelma Tommasini 11 Gabriella Santoro 12 Foscarina Rozzo 13 Anna Neri 14 Ileana Pasquali 15 Licia Bradamante 16 Cecilia Zupancich Allenatore: Enrico Garbosi

12/01/2021
Gary Cole e Abdul Jeelani, l'uomo che ha vissuto due volte

Ha cambiato nome. Ha cambiato continente. Ha cambiato squadre. Ha cambiato moglie due volte. Ha cambiato religione. Ha cambiato diverse volte il corso della sua vita. Quello che mai è cambiato è l'affetto che gli hanno sempre dimostrato le persone che hanno avuto la fortuna di incrociare Gary Cole. O se preferite, Abdul Jeelani. Gary nasce alla periferia di Milwaukee e cresce a Racine, polverizzando dal 1972 al 1976 tutti i record statistici della ‘University of Wisconsin Parkside’. Scelto al terzo giro dai Cavaliers, viene scartato da Cleveland e poi da Detroit e allora tenta la carta europea. E' Giancarlo Asteo a portarlo all'Eldorado Lazio nel 1976, con lui c’è anche Bob Elmore, che però poche settimane dopo viene ritrovato morto nella camera del suo residence vittima di un'overdose di eroina. Cole è l'unico americano di quella Lazio e spazza via il campionato di A2, chiuso a 32.7 punti e 11.6 rimbalzi di media. L'estate successiva atterra a Roma con la moglie Amina e il piccolo Azim dichiarandosi musulmano. Ora si chiama Abdul Quadir Jeelani. Le difese del nostro campionato ora lo conoscono ma evidentemente non abbastanza: la stagione la chiude a 33.2+13.3, Lazio promossa in A1 e le sirene della NBA che tornano. Un anno a Portland (9.6 punti) e uno a Dallas (8.4) e poi c'è di nuovo l'Italia nel destino, col contratto irrinunciabile che gli propone Livorno nel 1981: parliamo di 750.000 dollari per quattro stagioni. Alla prima arriva la promozione in A1 al fianco di Rudy Hackett (il papà di Daniel), nelle altre tre farà innamorare tutti i livornesi sponda Libertas e più in generale gli appassionati di basket italiani. Alessandro Fantozzi, suo compagno a Livorno, racconta: “Non amava molto allenarsi, era contrario alle sedute mattutine. Un sabato prima di una partita importante, dopo che i coach lo avevano redarguito sull’importanza della puntualità agli allenamenti, si presenta in palestra un ragazzo che, con borsone a tracolla, chiede dove siano gli spogliatoi perché deve allenarsi con noi. Alla richiesta del coach su chi fosse, il ragazzo rispose che aveva conosciuto Jeelani alla base militare di Camp Darby e che Abdul gli aveva detto di venire ad allenare al posto suo, perché quella mattina non sarebbe riuscito a presentarsi. Abdul era pieno di vita, amava sorridere e trasformarsi in un vero showman: il suo gioco era istrionico e irriverente, come era lui fuori dal campo”. Gli ultimi due anni della sua carriera li trascorre in Spagna, al Saski Baskonia e poi al Caja de Alava, poi torna negli Stati Uniti e di lui si perdono le tracce. E' merito di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport, se si torna a parlare di Abdul Jeelani nel 2010. Sono trascorsi 23 anni e la vita ha decisamente smesso di sorridere al centro statunitense. Nel suo articolo Barocci ne racconta i due matrimoni falliti, le traversie legali, la depressione, i problemi col diabete e la battaglia contro il cancro combattuta con tre operazioni. Nel 2009 poi la perdita del lavoro e la richiesta di accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. La drammatica storia di Jeelani scuote l'ambiente del basket italiano, al punto che il presidente della Lazio Basket Simone Santi lo contatta. “Scrissi via Facebook a sua figlia Karima, che mi diede il numero del centro per homeless dove viveva Abdul, che però aveva pendenze economiche negli Stati Uniti e per questo era senza passaporto. Facemmo partire una campagna di crowdfunding per pagargli i debiti e riuscimmo a farlo tornare in Italia”. Solo a Livorno vennero raccolti 3.700 euro in pochi giorni. Il 14 gennaio 2011 Jeelani atterra a Roma, accolto al Palazzetto da 1.200 bambini di tutte le etnie che fanno parte del “Progetto Colors”, un'idea della Lazio Basket nata per affermare il valore dello sport come strumento di educazione e di inserimento nella società. Qualche settimana il ritorno a Livorno. Ovunque lo attendono amici, tifosi, semplici appassionati che l'hanno visto giocare o ne hanno sentito decantare le gesta. La Lazio lo nomina testimonial di ‘Colors’ e Jeelani si prende cura per due anni di centinaia di ragazzini nelle periferie più complicate di Roma, avvicinandoli alla pallacanestro. “Qui mi sento a casa, spero di dare una mano a chi sta peggio. Lo sport per me è sempre stato questo: conoscere il mondo e stare con le persone, non il business”. Tornato negli Stati Uniti, il progetto al quale aveva contribuito con entusiasmo si è poi evoluto nella costruzione di un centro sportivo all’orfanotrofio di Zimpeto. Abdul Jeelani ci ha lasciati il 3 agosto 2016, ad appena 62 anni, vittima di una crisi cardiaca. Nessuno potrà mai dimenticarne l'eleganza quando era in campo e la dolcezza nella vita di tutti i giorni.

11/01/2021
Possibile ripresa dell’attività sportiva. Una nota della FIP

La Federazione Italiana Pallacanestro sta lavorando per consentire a tutti i propri tesserati, dal Minibasket all’attività Senior, di tornare ad allenarsi in palestra adottando tutte le cautele che gli esperti riterranno necessarie. Lo stato pandemico richiede provvedimenti straordinari. La FIP vuole andare oltre la suddivisione in attività di interesse nazionale e non, che fino a questo momento ha creato situazioni disomogenee e paradossali fra tutti gli enti deputati all’organizzazione sportiva e frustrazione nelle giovani e nei giovani di tutte le discipline. Occorre concentrare gli sforzi sull’aggiornamento dei protocolli che consentano a tutti la ripresa in sicurezza degli allenamenti a prescindere dallo svolgimento delle rispettive competizioni, verificando con la massima responsabilità quali altri campionati possano effettivamente prendere il via nel prossimo futuro.

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