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Nazionale A femminile

EuroBasket Women 2021 Qualifiers, le 14 Azzurre per la “bolla” di Riga (13-15 novembre). Lardo: “Partite che affronteremo con energia e coraggio”

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03 Novembre 2020

Si torna in campo! La prossima settimana la Nazionale Femminile scenderà in campo nella "bolla" di Riga per la seconda finestra di qualificazione all'EuroBasket Women 2021 che si giocherà in Francia e Spagna dal 17 al 27 giugno del prossimo anno.

In Lettonia le Azzurre affronteranno la Romania il 13 novembre e la Repubblica Ceca due giorni più tardi, il 15. Entrambi le partite si giocheranno alle 18.45 italiane e saranno trasmesse da SkySportHD. Inserite nel Girone D delle qualificazioni a EuroBasket Women 2021, le Azzurre hanno finora un bilancio di una vittoria (in Danimarca) e una sconfitta (a Cagliari con la Repubblica Ceca).

La FIBA ha scelto di disputare le finestre di qualificazione all'interno di “bolle” al fine di proteggere la salute e la sicurezza di atleti, allenatori ed arbitri.

La Nazionale si raduna domenica mattina a Roma, squadra e staff si sottoporranno a un test molecolare e poi entreranno in una "bolla" che non prevederà contatti con l'esterno fino al viaggio di ritorno da Riga. Lunedì pomeriggio, dopo due sessioni di allenamento, la partenza per la Lettonia: venerdì la prima sfida, contro la Romania che ci affianca in classifica alla luce del successo interno con la Danimarca e poi del ko maturato in Repubblica Ceca a fil di sirena.

In Lettonia esordirà sulla panchina della Nazionale Femminile Lino Lardo, che oggi ha diramato la lista delle 14 Azzurre in vista del doppio impegno di Riga.

Queste le sue parole. “Affronteremo Romania e Repubblica Ceca con energia, coraggio e lottando in ogni parte del campo, a dispetto di questo momento storico assai complicato causa Covid. Non abbiamo avuto la possibilità di allenarci tutte insieme, come avremmo voluto, ma questo sarà uno stimolo ulteriore per trovare in pochi giorni quella collaborazione, quella comunicazione e quello spirito di sacrificio che ci renderanno pronte a giocare con fame e determinazione queste qualificazioni. Come annunciato qualche mese fa stiamo avviando un percorso di progressivo ringiovanimento del gruppo, lavorando anche in prospettiva futura. Gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi anni dalle Nazionali Giovanili ci consentono di inserire gradualmente alcune giocatrici che si stanno ben comportando anche in campionato”.

Le convocate
Olbis Andrè Futo (1998, 1.86, C, Famila Wuber Schio)
Beatrice Attura (1994, 1.75, P, Umana Reyer Venezia)
Martina Bestagno (1990, 1.89, C, Umana Reyer Venezia)
Debora Carangelo (1992, 1.68, P, Umana Reyer Venezia)
Sabrina Cinili (1989, 1.91, A, Famila Wuber Schio)
Martina Crippa (1989, 1.78, G, Famila Wuber Schio)
Valeria De Pretto (1991, 1.85, A, Famila Wuber Schio)
Sara Madera (2000, 1.86, C, PF Broni '93)
Samantha Ostarello (1991, 1.88, A, La Molisana Campobasso)
Francesca Pan (1997, 1.85, G-A, Umana Reyer Venezia)
Elisa Penna (1995, 1.90, A, Umana Reyer Venezia)
Laura Spreafico (1991, 1.80, A, Gesam Gas e Luce Lucca)
Costanza Verona (1999, 1.70, P, Allianz Geas Sesto S. Giovanni)
Cecilia Zandalasini (1996, 1.85, A, Fenerbahce, Turchia)

Riserve a casa
Giulia Ciavarella (1997, 1.85, G, Fila San Martino di Lupari)
Chiara Consolini (1988, 1.82, G-A, Passalacqua Ragusa)
Elisa Ercoli (1995, 1.90, C, Allianz Geas Sesto S. Giovanni)
Jasmine Keys (1997, 1.90, A-C, Famila Wuber Schio)
Giuditta Nicolodi (1995, 1.85, A, Passalacqua Ragusa)
Francesca Pasa (2000, 1.73, P-G, Fila San Martino di Lupari)
Nicole Romeo (1989, 1.70, P, Passalacqua Ragusa)
Giorgia Sottana (1988, 1.75, P-G, Famila Wuber Schio)

Lo Staff
Capo Delegazione: Raffaella Masciadri
Allenatore: Lino Lardo
Assistente allenatore: Giovanni Lucchesi
Assistente allenatore: Massimo Romano
Preparatore Fisico: Matteo Panichi
Medico: Piergiuseppe Tettamanti
Ortopedico: Andrea Billi
Fisioterapista: Davide Pacor
Osteopata: Giampaolo Cau
Team Manager: Francesco Forestan
Addetto Stampa: Giancarlo Migliola
Video-Maker: Marco Cremonini (dall'8 al 9 novembre)

Il programma
8 novembre
Ore 12.00 Raduno presso Centro di Preparazione Olimpica CONI (Largo G. Onesti 1 - Roma)
Ore 18.30-20.30 Allenamento

9 novembre
Ore 9.00-12.30 Allenamento
Ore 16.00 Volo charter Roma-Riga
Ore 20.00 Arrivo e trasferimento c/o Hotel Marriott Riga

10 novembre
Ore 12.00-12.50 Allenamento
Ore 20.00-21.30 Allenamento

11 novembre
Ore 12.00-12.50 Allenamento
Ore 20.00-21.30 Allenamento

12 novembre
Ore 12.00-12.50 Allenamento
Ore 20.00-21.30 Allenamento

13 novembre
Ore 11.30-12.00 Allenamento
Ore 19.45 ITALIA-ROMANIA

14 novembre
Ore 20.00-21.30 Allenamento
Ore 20.00-21.30 Allenamento

15 novembre
Ore 11.30-12.00 Allenamento
Ore 19.45 ITALIA-REPUBBLICA CECA

16 novembre
Ore 10.00 Volo charter Riga-Roma
Ore 12.00 Arrivo a Roma
Fine raduno

EuroBasket Women 2021 Qualifiers
Girone D
13 novembre 2020 (Riga, Lettonia)
Romania-Italia (ore 18.45)
Repubblica Ceca-Danimarca (ore 16.00)

15 novembre 2020 (Riga, Lettonia)
Repubblica Ceca-Italia (ore 18.45)
Danimarca-Romania (ore 16.00)

Classifica Girone D
Repubblica Ceca 4 (2/0)
Romania 3 (1/1)
Italia 3 (1/1)
Danimarca 0 (0/2)
*FIBA assegna 2 punti per la vittoria e un punto per la sconfitta

Le gare della prima finestra
14 novembre 2019
Italia-Repubblica Ceca 52-62
Romania-Danimarca 70-55

17 novembre 2019
Danimarca-Italia 72-82
Repubblica Ceca-Romania 60-59

Le gare della terza finestra
4 febbraio 2021
Italia-Danimarca; Romania-Repubblica Ceca

7 febbraio 2021
Italia-Romania; Danimarca-Repubblica Ceca

La formula
Le 33 squadre sono state divise in 9 Gironi, sei da quattro squadre e tre da tre. Accedono all'Europeo 14 Nazionali: le prime di ogni Gruppo e le cinque migliori seconde. Per il calcolo delle migliori seconde verranno esclusi i risultati ottenuti nel girone contro le squadre quarte classificate.

La fase finale dell'EuroBasket Women 2021 (17-27 giugno 2021) si giocherà a Valencia (Spagna) e non più a Parigi come precedentemente annunciato. La Francia ospiterà comunque due gironi della prima fase, in sedi ancora da definire. L'Europeo sarà dunque organizzato in maniera congiunta da Francia e Spagna.

Tutte le “bolle” dell’EuroBasket Women 2021
Girone A (Heraklion, Grecia)
Slovenia, Grecia, Bulgaria, Islanda

Girone B (Heraklion, Grecia)
Israele, Svezia, Montenegro

Girone C (Sarajevo, Bosnia Erzegovina)
Russia, Svizzera, Bosnia Erzegovina, Estonia

Girone D (Riga, Lettonia)
ITALIA, Romania, Repubblica Ceca, Danimarca

Girone E (Istanbul, Turchia)
Serbia, Lituania, Turchia, Albania

Girone F (Istanbul, Turchia)
Polonia, Gran Bretagna, Bielorussia

Girone G (Odivelas, Portogallo)
Belgio, Portogallo, Ucraina, Finlandia

Girone H (Amsterdam, Paesi Bassi)
Paesi Bassi, Ungheria, Slovacchia

Girone I (Riga, Lettonia)
Germania, Lettonia, Croazia, Macedonia

Ufficio Stampa Fip

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Altre News

16/01/2021
Kit microfoni-auricolari per gli arbitri di Serie A. Dalle gare di domenica 17 gennaio

Da domani, prima giornata del girone di ritorno del Campionato di Serie A maschile, tutte le terne arbitrali saranno dotate di un sistema di microfoni-auricolari che permetterà agli arbitri di comunicare in continuità fra di loro, senza dover aspettare le interruzioni del gioco. Il kit microfoni-auricolari è stato già testato con successo durante la Final Eight di Coppa Italia 2020 ricevendo il parere favorevole del Consiglio Federale, del Comitato Italiano Arbitri e dell'Organo Tecnico Arbitrale permettendo agli arbitri di svolgere al meglio il lavoro di squadra senza inficiarne la concentrazione.

15/01/2021
L'Europeo 1952 giocato a Mosca sotto la neve, cantando "La Montanara"

La terza edizione dell'Europeo Femminile si gioca a Mosca dal 18 al 25 maggio 1952. Nel 1938 è arrivato l'Oro Azzurro al termine di un torneo a 5 squadre, nel 1950 l'Italia si è piazzata al quinto posto su 12 partecipanti. Due anni dopo alla nostra formazione si chiede di consolidare quel risultato, magari scavalcando la Francia nel ranking delle squadre occidentali. Le premesse non sono delle migliori, purtroppo. Il CT Achille Baratti e l'allenatore Enrico Garbosi perdono per infortunio due pedine fondamentali come Anna Branzoni e Francesca Cipriani. La partenza per Mosca viene messa in discussione fino a pochi giorni dall'esordio perché per ragioni politiche l'Unione Sovietica fatica a rilasciare i visti necessari a un Paese proveniente dal blocco NATO. Ne fa le spese alla fine il presidente della FIP Aldo Mairano, a cui non viene permesso di partire. Il capo delegazione diventa Baratti. Alla vigilia la stampa italiana non si augura solo un buon risultato: "Vorremmo proprio che le Azzurre si battessero bene a Mosca e che raccogliessero le simpatie del pubblico. Mandiamo brave ma anche graziosissime rappresentanti: abbiamo sempre sempre pensato che lo sport femminile non debba in fondo disgiungersi dal fatto estetico e da un concetto di grazia-bellezza. Andiamo a Mosca con donne-donne e non con donne-cavallo". Dopo sei giorni di collegiale a Bologna si parte alla volta di Mosca. Fosse facile. Treno dall'Emilia fino a Vienna, volo quantomeno avventuroso verso Leopoli, nell'attuale Ucraina, e poi 24 ore di treno per arrivare a destinazione. Le Azzurre racconteranno quel viaggio come un'esperienza faticosa ma indimenticabile, emozionante, unica. L'unico momento di tensione al momento del decollo da Vienna, su aereo sovietico mandato appositamente in Austria per prelevare le squadre. Si sparge la voce che la fila più sicura sia quella in fondo al velivolo, al momento di salire in aereo scatta la corsa selvaggia all'ultimo posto. L'Unione Sovietica è certa di vincere l'Europeo, cosa che poi farà, e organizza l'Europeo in grande stile: si gioca nello stadio della Dynamo che può ospitare fino a 100.000 spettatori. Il problema è che il campo è in terra battuta e le partite si svolgono all'aperto: il maggio moscovita non aiuta quanto a clemenza e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le squadre meno abituate a quelle temperature. Tra queste l'Italia. Al seguito della delegazione c'è anche un arbitro, Vito Pinto, anche se a Mosca per la prima volta arbitrano anche delle donne. Un cronista riporta: "Per la prima volta partite di pallacanestro sono state arbitrate da donne, le quali si sono dimostrate nettamente superiori agli uomini che le avevano precedute". Il 18 maggio il nostro esordio è traumatico, per non dire indimenticabile. L'Italia viene accolta in campo per la sfilata inaugurale tra gli applausi ma in testa alla delegazione c'è una bandiera con lo stemma sabaudo. Seguirà nei giorni successivi un'interrogazione parlamentare per chiarire l'accaduto. Il giorno dopo la guida delle Azzurre, tale Wladimiro, sistemerà la situazione rimediando un tricolore corretto. Si gioca alle 19.00 in un freddo polare, l'Ungheria è fortissima e ci spazza via. Le cronache da Mosca sono scarse, non ci sono giornalisti al seguito ma le Azzurre si ingegnano anche in questo. Ornella Buttini incrocia in albergo una nostra connazionale che l'indomani tornerà in Italia e le consegna una cronaca della partita. "Mi figuro la sorpresa che avrà destato la nostra sconfitta con l'Ungheria. Chi non ha assistito all'incontro non può certo rendersi conto di come abbiamo potuto giocare così male. Ci accorgemmo subito della nostra impossibilità di vincere. Le magiare fisicamente sono molto più dotate di noi, erano pronte a rimbalzo e sicure di sè, e soprattutto soffrivano meno il freddo. Sul campo soffiava un vento gelido. Le riserve che aspettavano il loro turno si erano avvolte in coperte di lana. Le nostre mani erano diventate viola per il freddo: in ogni intervento anche le migliori di noi si lasciavano sfuggire la palla". Nei successivi due impegni, le Azzurre regolano facilmente la Finlandia (60-28) e poi l'Austria (50-24) ma quando si torna ad affrontare squadre dell'Est (Polonia e Ungheria) arrivano le due sconfitte che ci fanno chiudere l'Europeo al sesto posto. Risultato non brillante ma accettabile considerate le tante difficoltà: la Francia fa però peggio di noi e quindi il primato "occidentale" è salvo. L'ultima uscita dell'Italia a Mosca assume contorni epici. Nel corso della partita con la Bulgaria inizia a nevicare, le Azzurre in panchina provano a riscaldarsi in tutti i modi e iniziano a intonare "La Montanara". Il giorno dopo la fine dell'Europeo, il successo dell'Unione Sovietica viene raccontata così sui nostri quotidiani. "La finale tra URSS e Cecoslovacchia è stata disputata davanti a 23.000 spettatori sotto una fitta pioggia, allo stadio Dynamo. Nessuno si è allontanato: sono rimasti tutti a inzupparsi e hanno fatto capire di essere dei veri sportivi rimanendo impassibili, corretti. Applaudivano all'indirizzo della loro squadra ogni volta che l'URSS affrontava un'avversaria dei Paesi occidentali ed è umanamente comprensibile". Col sesto posto, l'Italia si qualifica per la prima edizione del Mondiale che si gioca dal 7 al 22 marzo 1953 in Cile. Per mancanza di fondi la Federazione decide di non inviare la Nazionale, le uniche squadre europee sono Svizzera e Francia. Le transalpine chiudono al terzo posto dietro Stati Uniti e le padrone di casa del Cile. Ma quell'Europeo giocato nel gelo dello stadio Dynamo di Mosca resterà nella memoria per sempre. Le Azzurre: 3 Noemi Serpellon 4 Anna Sommi 5 Liliana Ronchetti 6 Ester Baitz 7 Franca Ronchetti 8 Marisa Caciolli 9 Ornella Buttini 10 Idelma Tommasini 11 Gabriella Santoro 12 Foscarina Rozzo 13 Anna Neri 14 Ileana Pasquali 15 Licia Bradamante 16 Cecilia Zupancich Allenatore: Enrico Garbosi

12/01/2021
Gary Cole e Abdul Jeelani, l'uomo che ha vissuto due volte

Ha cambiato nome. Ha cambiato continente. Ha cambiato squadre. Ha cambiato moglie due volte. Ha cambiato religione. Ha cambiato diverse volte il corso della sua vita. Quello che mai è cambiato è l'affetto che gli hanno sempre dimostrato le persone che hanno avuto la fortuna di incrociare Gary Cole. O se preferite, Abdul Jeelani. Gary nasce alla periferia di Milwaukee e cresce a Racine, polverizzando dal 1972 al 1976 tutti i record statistici della ‘University of Wisconsin Parkside’. Scelto al terzo giro dai Cavaliers, viene scartato da Cleveland e poi da Detroit e allora tenta la carta europea. E' Giancarlo Asteo a portarlo all'Eldorado Lazio nel 1976, con lui c’è anche Bob Elmore, che però poche settimane dopo viene ritrovato morto nella camera del suo residence vittima di un'overdose di eroina. Cole è l'unico americano di quella Lazio e spazza via il campionato di A2, chiuso a 32.7 punti e 11.6 rimbalzi di media. L'estate successiva atterra a Roma con la moglie Amina e il piccolo Azim dichiarandosi musulmano. Ora si chiama Abdul Quadir Jeelani. Le difese del nostro campionato ora lo conoscono ma evidentemente non abbastanza: la stagione la chiude a 33.2+13.3, Lazio promossa in A1 e le sirene della NBA che tornano. Un anno a Portland (9.6 punti) e uno a Dallas (8.4) e poi c'è di nuovo l'Italia nel destino, col contratto irrinunciabile che gli propone Livorno nel 1981: parliamo di 750.000 dollari per quattro stagioni. Alla prima arriva la promozione in A1 al fianco di Rudy Hackett (il papà di Daniel), nelle altre tre farà innamorare tutti i livornesi sponda Libertas e più in generale gli appassionati di basket italiani. Alessandro Fantozzi, suo compagno a Livorno, racconta: “Non amava molto allenarsi, era contrario alle sedute mattutine. Un sabato prima di una partita importante, dopo che i coach lo avevano redarguito sull’importanza della puntualità agli allenamenti, si presenta in palestra un ragazzo che, con borsone a tracolla, chiede dove siano gli spogliatoi perché deve allenarsi con noi. Alla richiesta del coach su chi fosse, il ragazzo rispose che aveva conosciuto Jeelani alla base militare di Camp Darby e che Abdul gli aveva detto di venire ad allenare al posto suo, perché quella mattina non sarebbe riuscito a presentarsi. Abdul era pieno di vita, amava sorridere e trasformarsi in un vero showman: il suo gioco era istrionico e irriverente, come era lui fuori dal campo”. Gli ultimi due anni della sua carriera li trascorre in Spagna, al Saski Baskonia e poi al Caja de Alava, poi torna negli Stati Uniti e di lui si perdono le tracce. E' merito di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport, se si torna a parlare di Abdul Jeelani nel 2010. Sono trascorsi 23 anni e la vita ha decisamente smesso di sorridere al centro statunitense. Nel suo articolo Barocci ne racconta i due matrimoni falliti, le traversie legali, la depressione, i problemi col diabete e la battaglia contro il cancro combattuta con tre operazioni. Nel 2009 poi la perdita del lavoro e la richiesta di accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. La drammatica storia di Jeelani scuote l'ambiente del basket italiano, al punto che il presidente della Lazio Basket Simone Santi lo contatta. “Scrissi via Facebook a sua figlia Karima, che mi diede il numero del centro per homeless dove viveva Abdul, che però aveva pendenze economiche negli Stati Uniti e per questo era senza passaporto. Facemmo partire una campagna di crowdfunding per pagargli i debiti e riuscimmo a farlo tornare in Italia”. Solo a Livorno vennero raccolti 3.700 euro in pochi giorni. Il 14 gennaio 2011 Jeelani atterra a Roma, accolto al Palazzetto da 1.200 bambini di tutte le etnie che fanno parte del “Progetto Colors”, un'idea della Lazio Basket nata per affermare il valore dello sport come strumento di educazione e di inserimento nella società. Qualche settimana il ritorno a Livorno. Ovunque lo attendono amici, tifosi, semplici appassionati che l'hanno visto giocare o ne hanno sentito decantare le gesta. La Lazio lo nomina testimonial di ‘Colors’ e Jeelani si prende cura per due anni di centinaia di ragazzini nelle periferie più complicate di Roma, avvicinandoli alla pallacanestro. “Qui mi sento a casa, spero di dare una mano a chi sta peggio. Lo sport per me è sempre stato questo: conoscere il mondo e stare con le persone, non il business”. Tornato negli Stati Uniti, il progetto al quale aveva contribuito con entusiasmo si è poi evoluto nella costruzione di un centro sportivo all’orfanotrofio di Zimpeto. Abdul Jeelani ci ha lasciati il 3 agosto 2016, ad appena 62 anni, vittima di una crisi cardiaca. Nessuno potrà mai dimenticarne l'eleganza quando era in campo e la dolcezza nella vita di tutti i giorni.

11/01/2021
Possibile ripresa dell’attività sportiva. Una nota della FIP

La Federazione Italiana Pallacanestro sta lavorando per consentire a tutti i propri tesserati, dal Minibasket all’attività Senior, di tornare ad allenarsi in palestra adottando tutte le cautele che gli esperti riterranno necessarie. Lo stato pandemico richiede provvedimenti straordinari. La FIP vuole andare oltre la suddivisione in attività di interesse nazionale e non, che fino a questo momento ha creato situazioni disomogenee e paradossali fra tutti gli enti deputati all’organizzazione sportiva e frustrazione nelle giovani e nei giovani di tutte le discipline. Occorre concentrare gli sforzi sull’aggiornamento dei protocolli che consentano a tutti la ripresa in sicurezza degli allenamenti a prescindere dallo svolgimento delle rispettive competizioni, verificando con la massima responsabilità quali altri campionati possano effettivamente prendere il via nel prossimo futuro.

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