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Nazionale A maschile

EuroBasket 2021 Qualifiers. Oggi a Tallinn Estonia-Italia (ore 18.00 italiane). Il CT: "Abbiamo ancora voglia di giocare bene e vincere"

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22 Febbraio 2020

Dopo la bella vittoria di Napoli, il clima in casa Italbasket è sereno. La convincente partita contro la Russia si è trasformata in carburante per affrontare a Tallinn, l’Estonia (ore 19.00 locali, 18.00 italiane in diretta su Sky Sport HD). Dopo l’allenamento di ieri sera alla Saku Suurhall (10.000 posti, atteso il sold-out), gli Azzurri saranno di nuovo sul parquet questa sera per preparare la sfida ai padroni di casa.
Nessuna scelta da effettuare questa volta per il CT Meo Sacchetti, che ha a disposizione 12 giocatori: gli 11 di Napoli più Francesco Candussi. Il centro di Verona, che domani farà il suo esordio in Nazionale maggiore, sarà il settimo debuttante in questa prima “finestra” di qualificazione all’EuroBasket 2021 (Akele, Bortolani, Ruzzier, Spagnolo, Spissu, Tambone gli altri).

Così il CT Sacchetti: “Abbiamo ancora voglia di giocare bene e vincere. Non dobbiamo assolutamente mollare la presa e rilassarci solo perché abbiamo vinto la gara di Napoli contro la Russia. Quello è stato un punto di partenza e non di arrivo anche perché la squadra è giovane e deve ancora migliorare. Ribadisco quanto già detto, ovvero che questa non è una Nazionale sperimentale. I ragazzi che abbiamo hanno qualità e determinazione e devono guadagnarsi credibilità e rispetto scendendo in campo soprattutto con l’atteggiamento giusto. Giocare fuori casa non è mai facile e serve un supplemento di personalità. Non dimentichiamo inoltre che l’Estonia è in cerca del pass per l’Europeo e vorrà bissare la bella vittoria di domenica contro la Macedonia del Nord. Conosciamo diversi giocatori estoni perché militano nei nostri campionati e l’ultima cosa che dobbiamo fare è sottovalutarli”.

Sono molti i volti noti nella formazione estone. Henri Drell, classe 2000 in forza a Pesaro, viaggia a 4.8 punti di media nel nostro massimo campionato. In Serie A anche Siim-Sander Vene, ala del 1990 di Varese. Per lui 10.8 punti di media. Giocano in Italia anche Kaspar Treier, che con Ravenna (prima in classifica nel girone Est di A2) viaggia a 9.8 punti di media, e Rain Veideman, guardia dell’Eurobasket Roma (girone Ovest di A2) con 13.4 punti di media a partita. Dominatore assoluto del primo round delle qualificazioni è Kristian Kullamae, autore di ben 31 punti nella vittoria estone a Skopje contro la Macedonia del Nord (72-81).

Nella storia della Nazionale Senior maschile Azzurra, nessun precedente a Tallinn. L’unico che ha già calcato il parquet della Saku Suurhall è Michele Ruzzier, che nel 2013 conquistò una storica Medaglia d’Oro al Campionato Europeo Under 20. L’Italia vinse in finale contro la Lettonia 67-60. Insieme a Ruzzier in quella squadra, guidata da Pino Sacripanti, anche Monaldi, Fallucca, Chillo, Tonut, Della Valle (MVP), Laganà, Lombardi, Imbrò, Abass (nel miglior quintetto del torneo), Cefarelli e Landi. Nell’ultima partita della prima fase gli Azzurri superarono l’Estonia 90-78 con 13 punti di Ruzzier.



Gli Azzurri per l’Estonia

#0 Marco Spissu (1995, 185, P, Banco di Sardegna Sassari)
#13 Simone Fontecchio (1995, 203, A, Grissin Bon Reggio Emilia)
#16 Amedeo Tessitori (1994, 208, C, De’ Longhi Treviso)
#17 Giampaolo Ricci (1991, 201, A, Segafredo Virtus Bologna)
#18 Matteo Spagnolo (2003, 191, P, Real Madrid – Spagna)
#22 Giordano Bortolani (2000, 193, G, Edinol Biella)
#24 Filippo Baldi Rossi (1991, 207, A/C, Segafredo Virtus Bologna)
#25 Michele Ruzzier (1993, 183, P, Vanoli Cremona)
#30 Matteo Tambone (1994, 192, P, Openjobmetis Varese)
#31 Michele Vitali (1991, 196, G, Banco di Sardegna Sassari)
#45 Nicola Akele (1995, 200, A, Vanoli Cremona)
#55 Francesco Candussi (1994, 211, C, Tezenis Verona)

All: Meo Sacchetti
Ass: Lele Molin, Massimo Maffezzoli, Paolo Conti

Estonia

#0 Henri Drell (2000, 204, G/A, Carpegna Prosciutto Pesaro)
#2 Sander Raieste (1999, 204, A, Kalev/Cramo)
#3 Kregor Hermet (1997, 205, A, Tartu Ulikool)
#4 Rain Veideman (1991, 194, G, Eurobasket Roma)
#5 Rait-Riivo Laane (1993, 179, G, Rapla)
#8 Tanel Kurbas (1988, 197, A, Kalev/Cramo)
#11 Siim-Sander Vene (1990, 201, A, Openjobmetis Varese)
#13 Kaspar Treier (1999, 203, A, OraSì Ravenna)
#20 Rauno Nurger (1993, 208, C, Breogan – Spagna)
#21 Janari Joesaar (1993, 198, A, Kalev/Cramo)
#22 Martin Dorbek (1991, 194, G, Kalev/Cramo)
#33 Kristian Kitsing (1990, 205, A, Kalev/Cramo)
#44 Kerr Kriisa (2001, 189, G, Prienai CBet – Lituania)
#77 Kristian Kullamae (1999, 194, P, Real Canoe – Spagna)
Martin Paasojaa (1993, 191, G, Kalev/Cramo)
Sten-Timmu Sokk (1989, 184, G, Kalev/Cramo)
Saimon Sutt (1995, 200, G, Oberwart – Austria)

All: Jukka Toijala
Ass: Heiko Rannula, Indrek Reinbok

Arbitri
Martin Horozov (Germania), Andrei Sharapa (Bielorussia), Aleksander Glisic (Serbia)



I precedenti contro l’Estonia

4 partite giocate (3 vinte/1 persa)
2 partite giocate nelle fasi finali del Campionato Europeo (1 vinta/1 persa)
La prima: Europeo, 5 maggio 1937 (Riga, Lettonia), Italia-Estonia 30-20
L’ultima: Amichevole, 15 agosto 2015 (Tbilisi, Georgia), Italia-Estonia 85-61
La vittoria più larga: Amichevole, 15 agosto 2015 (Tbilisi, Georgia), Italia-Estonia 85-61 (+24)
La sconfitta più pesante: Europeo, 27 maggio 1939 (Kaunas, Lituania), Italia-Estonia 22-29 (-7)

Nessun precedente a Tallinn per la Nazionale Senior Maschile

Il programma

Sabato 22 febbraio
Ore 19.30/21.00 – Allenamento

Domenica 23 febbraio
Ore 9.45/10.45 – Allenamento
Ore 18.00 (in Italia) – Estonia-Italia (diretta su Sky Sport HD)

Lunedì 24 febbraio
Ore 7.30 – Rientro a Roma
Ore 10.15 – Fine raduno


Calendario EuroBasket 2021 Qualifiers, Gruppo B

20 febbraio 2020
Italia-Russia 83-64
Macedonia del Nord-Estonia 72-81

23 febbraio 2020
Ore 19.00 Estonia-Italia (18.00 italiane, diretta su Sky Sport HD)
Ore 16.00 Russia-Macedonia del Nord

27 novembre 2020
Italia-Macedonia del Nord
Estonia-Russia

30 novembre 2020
Russia-Italia
Estonia-Macedonia del Nord

18 febbraio 2021
Italia-Estonia
Macedonia del Nord-Russia

21 febbraio 2021
Macedonia del Nord-Italia
Russia-Estonia

La classifica*

Italia 2 (1/0)
Estonia 2 (1/0)
Macedonia del Nord 1 (0/1)
Russia 1 (0/1)

*Fiba assegna due punti per la vittoria e uno per la sconfitta

Formula
Le 32 partecipanti sono divise in 8 gruppi da quattro squadre ciascuno. Si qualificano all’EuroBasket 2021 le prime tre di ogni gruppo, eccetto quelle inserite nei raggruppamenti con una delle 4 Nazioni che ospiteranno la rassegna continentale (Italia, Repubblica Ceca, Georgia e Germania). In questo caso, oltre alle quattro Nazioni che ospitano l’Europeo, si qualificheranno le prime due squadre classificate.

La formula prevede gare di andata e ritorno lungo 3 “finestre”: 17/25 febbraio 2020, 23 novembre/1 dicembre 2020, 15/23 febbraio 2021.
Gli Azzurri, così come cechi, georgiani e tedeschi, partecipano fuori classifica alle qualificazioni.

I quattro gironi dell’EuroBasket 2021 si giocheranno a Milano (Italia), Praga (Repubblica Ceca), Tbilisi (Georgia) e Colonia (Germania). Le fasi finali si disputeranno a Berlino (Germania).

Ufficio Stampa Fip

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Altre News

16/01/2021
Kit microfoni-auricolari per gli arbitri di Serie A. Dalle gare di domenica 17 gennaio

Da domani, prima giornata del girone di ritorno del Campionato di Serie A maschile, tutte le terne arbitrali saranno dotate di un sistema di microfoni-auricolari che permetterà agli arbitri di comunicare in continuità fra di loro, senza dover aspettare le interruzioni del gioco. Il kit microfoni-auricolari è stato già testato con successo durante la Final Eight di Coppa Italia 2020 ricevendo il parere favorevole del Consiglio Federale, del Comitato Italiano Arbitri e dell'Organo Tecnico Arbitrale permettendo agli arbitri di svolgere al meglio il lavoro di squadra senza inficiarne la concentrazione.

15/01/2021
L'Europeo 1952 giocato a Mosca sotto la neve, cantando "La Montanara"

La terza edizione dell'Europeo Femminile si gioca a Mosca dal 18 al 25 maggio 1952. Nel 1938 è arrivato l'Oro Azzurro al termine di un torneo a 5 squadre, nel 1950 l'Italia si è piazzata al quinto posto su 12 partecipanti. Due anni dopo alla nostra formazione si chiede di consolidare quel risultato, magari scavalcando la Francia nel ranking delle squadre occidentali. Le premesse non sono delle migliori, purtroppo. Il CT Achille Baratti e l'allenatore Enrico Garbosi perdono per infortunio due pedine fondamentali come Anna Branzoni e Francesca Cipriani. La partenza per Mosca viene messa in discussione fino a pochi giorni dall'esordio perché per ragioni politiche l'Unione Sovietica fatica a rilasciare i visti necessari a un Paese proveniente dal blocco NATO. Ne fa le spese alla fine il presidente della FIP Aldo Mairano, a cui non viene permesso di partire. Il capo delegazione diventa Baratti. Alla vigilia la stampa italiana non si augura solo un buon risultato: "Vorremmo proprio che le Azzurre si battessero bene a Mosca e che raccogliessero le simpatie del pubblico. Mandiamo brave ma anche graziosissime rappresentanti: abbiamo sempre sempre pensato che lo sport femminile non debba in fondo disgiungersi dal fatto estetico e da un concetto di grazia-bellezza. Andiamo a Mosca con donne-donne e non con donne-cavallo". Dopo sei giorni di collegiale a Bologna si parte alla volta di Mosca. Fosse facile. Treno dall'Emilia fino a Vienna, volo quantomeno avventuroso verso Leopoli, nell'attuale Ucraina, e poi 24 ore di treno per arrivare a destinazione. Le Azzurre racconteranno quel viaggio come un'esperienza faticosa ma indimenticabile, emozionante, unica. L'unico momento di tensione al momento del decollo da Vienna, su aereo sovietico mandato appositamente in Austria per prelevare le squadre. Si sparge la voce che la fila più sicura sia quella in fondo al velivolo, al momento di salire in aereo scatta la corsa selvaggia all'ultimo posto. L'Unione Sovietica è certa di vincere l'Europeo, cosa che poi farà, e organizza l'Europeo in grande stile: si gioca nello stadio della Dynamo che può ospitare fino a 100.000 spettatori. Il problema è che il campo è in terra battuta e le partite si svolgono all'aperto: il maggio moscovita non aiuta quanto a clemenza e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le squadre meno abituate a quelle temperature. Tra queste l'Italia. Al seguito della delegazione c'è anche un arbitro, Vito Pinto, anche se a Mosca per la prima volta arbitrano anche delle donne. Un cronista riporta: "Per la prima volta partite di pallacanestro sono state arbitrate da donne, le quali si sono dimostrate nettamente superiori agli uomini che le avevano precedute". Il 18 maggio il nostro esordio è traumatico, per non dire indimenticabile. L'Italia viene accolta in campo per la sfilata inaugurale tra gli applausi ma in testa alla delegazione c'è una bandiera con lo stemma sabaudo. Seguirà nei giorni successivi un'interrogazione parlamentare per chiarire l'accaduto. Il giorno dopo la guida delle Azzurre, tale Wladimiro, sistemerà la situazione rimediando un tricolore corretto. Si gioca alle 19.00 in un freddo polare, l'Ungheria è fortissima e ci spazza via. Le cronache da Mosca sono scarse, non ci sono giornalisti al seguito ma le Azzurre si ingegnano anche in questo. Ornella Buttini incrocia in albergo una nostra connazionale che l'indomani tornerà in Italia e le consegna una cronaca della partita. "Mi figuro la sorpresa che avrà destato la nostra sconfitta con l'Ungheria. Chi non ha assistito all'incontro non può certo rendersi conto di come abbiamo potuto giocare così male. Ci accorgemmo subito della nostra impossibilità di vincere. Le magiare fisicamente sono molto più dotate di noi, erano pronte a rimbalzo e sicure di sè, e soprattutto soffrivano meno il freddo. Sul campo soffiava un vento gelido. Le riserve che aspettavano il loro turno si erano avvolte in coperte di lana. Le nostre mani erano diventate viola per il freddo: in ogni intervento anche le migliori di noi si lasciavano sfuggire la palla". Nei successivi due impegni, le Azzurre regolano facilmente la Finlandia (60-28) e poi l'Austria (50-24) ma quando si torna ad affrontare squadre dell'Est (Polonia e Ungheria) arrivano le due sconfitte che ci fanno chiudere l'Europeo al sesto posto. Risultato non brillante ma accettabile considerate le tante difficoltà: la Francia fa però peggio di noi e quindi il primato "occidentale" è salvo. L'ultima uscita dell'Italia a Mosca assume contorni epici. Nel corso della partita con la Bulgaria inizia a nevicare, le Azzurre in panchina provano a riscaldarsi in tutti i modi e iniziano a intonare "La Montanara". Il giorno dopo la fine dell'Europeo, il successo dell'Unione Sovietica viene raccontata così sui nostri quotidiani. "La finale tra URSS e Cecoslovacchia è stata disputata davanti a 23.000 spettatori sotto una fitta pioggia, allo stadio Dynamo. Nessuno si è allontanato: sono rimasti tutti a inzupparsi e hanno fatto capire di essere dei veri sportivi rimanendo impassibili, corretti. Applaudivano all'indirizzo della loro squadra ogni volta che l'URSS affrontava un'avversaria dei Paesi occidentali ed è umanamente comprensibile". Col sesto posto, l'Italia si qualifica per la prima edizione del Mondiale che si gioca dal 7 al 22 marzo 1953 in Cile. Per mancanza di fondi la Federazione decide di non inviare la Nazionale, le uniche squadre europee sono Svizzera e Francia. Le transalpine chiudono al terzo posto dietro Stati Uniti e le padrone di casa del Cile. Ma quell'Europeo giocato nel gelo dello stadio Dynamo di Mosca resterà nella memoria per sempre. Le Azzurre: 3 Noemi Serpellon 4 Anna Sommi 5 Liliana Ronchetti 6 Ester Baitz 7 Franca Ronchetti 8 Marisa Caciolli 9 Ornella Buttini 10 Idelma Tommasini 11 Gabriella Santoro 12 Foscarina Rozzo 13 Anna Neri 14 Ileana Pasquali 15 Licia Bradamante 16 Cecilia Zupancich Allenatore: Enrico Garbosi

12/01/2021
Gary Cole e Abdul Jeelani, l'uomo che ha vissuto due volte

Ha cambiato nome. Ha cambiato continente. Ha cambiato squadre. Ha cambiato moglie due volte. Ha cambiato religione. Ha cambiato diverse volte il corso della sua vita. Quello che mai è cambiato è l'affetto che gli hanno sempre dimostrato le persone che hanno avuto la fortuna di incrociare Gary Cole. O se preferite, Abdul Jeelani. Gary nasce alla periferia di Milwaukee e cresce a Racine, polverizzando dal 1972 al 1976 tutti i record statistici della ‘University of Wisconsin Parkside’. Scelto al terzo giro dai Cavaliers, viene scartato da Cleveland e poi da Detroit e allora tenta la carta europea. E' Giancarlo Asteo a portarlo all'Eldorado Lazio nel 1976, con lui c’è anche Bob Elmore, che però poche settimane dopo viene ritrovato morto nella camera del suo residence vittima di un'overdose di eroina. Cole è l'unico americano di quella Lazio e spazza via il campionato di A2, chiuso a 32.7 punti e 11.6 rimbalzi di media. L'estate successiva atterra a Roma con la moglie Amina e il piccolo Azim dichiarandosi musulmano. Ora si chiama Abdul Quadir Jeelani. Le difese del nostro campionato ora lo conoscono ma evidentemente non abbastanza: la stagione la chiude a 33.2+13.3, Lazio promossa in A1 e le sirene della NBA che tornano. Un anno a Portland (9.6 punti) e uno a Dallas (8.4) e poi c'è di nuovo l'Italia nel destino, col contratto irrinunciabile che gli propone Livorno nel 1981: parliamo di 750.000 dollari per quattro stagioni. Alla prima arriva la promozione in A1 al fianco di Rudy Hackett (il papà di Daniel), nelle altre tre farà innamorare tutti i livornesi sponda Libertas e più in generale gli appassionati di basket italiani. Alessandro Fantozzi, suo compagno a Livorno, racconta: “Non amava molto allenarsi, era contrario alle sedute mattutine. Un sabato prima di una partita importante, dopo che i coach lo avevano redarguito sull’importanza della puntualità agli allenamenti, si presenta in palestra un ragazzo che, con borsone a tracolla, chiede dove siano gli spogliatoi perché deve allenarsi con noi. Alla richiesta del coach su chi fosse, il ragazzo rispose che aveva conosciuto Jeelani alla base militare di Camp Darby e che Abdul gli aveva detto di venire ad allenare al posto suo, perché quella mattina non sarebbe riuscito a presentarsi. Abdul era pieno di vita, amava sorridere e trasformarsi in un vero showman: il suo gioco era istrionico e irriverente, come era lui fuori dal campo”. Gli ultimi due anni della sua carriera li trascorre in Spagna, al Saski Baskonia e poi al Caja de Alava, poi torna negli Stati Uniti e di lui si perdono le tracce. E' merito di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport, se si torna a parlare di Abdul Jeelani nel 2010. Sono trascorsi 23 anni e la vita ha decisamente smesso di sorridere al centro statunitense. Nel suo articolo Barocci ne racconta i due matrimoni falliti, le traversie legali, la depressione, i problemi col diabete e la battaglia contro il cancro combattuta con tre operazioni. Nel 2009 poi la perdita del lavoro e la richiesta di accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. La drammatica storia di Jeelani scuote l'ambiente del basket italiano, al punto che il presidente della Lazio Basket Simone Santi lo contatta. “Scrissi via Facebook a sua figlia Karima, che mi diede il numero del centro per homeless dove viveva Abdul, che però aveva pendenze economiche negli Stati Uniti e per questo era senza passaporto. Facemmo partire una campagna di crowdfunding per pagargli i debiti e riuscimmo a farlo tornare in Italia”. Solo a Livorno vennero raccolti 3.700 euro in pochi giorni. Il 14 gennaio 2011 Jeelani atterra a Roma, accolto al Palazzetto da 1.200 bambini di tutte le etnie che fanno parte del “Progetto Colors”, un'idea della Lazio Basket nata per affermare il valore dello sport come strumento di educazione e di inserimento nella società. Qualche settimana il ritorno a Livorno. Ovunque lo attendono amici, tifosi, semplici appassionati che l'hanno visto giocare o ne hanno sentito decantare le gesta. La Lazio lo nomina testimonial di ‘Colors’ e Jeelani si prende cura per due anni di centinaia di ragazzini nelle periferie più complicate di Roma, avvicinandoli alla pallacanestro. “Qui mi sento a casa, spero di dare una mano a chi sta peggio. Lo sport per me è sempre stato questo: conoscere il mondo e stare con le persone, non il business”. Tornato negli Stati Uniti, il progetto al quale aveva contribuito con entusiasmo si è poi evoluto nella costruzione di un centro sportivo all’orfanotrofio di Zimpeto. Abdul Jeelani ci ha lasciati il 3 agosto 2016, ad appena 62 anni, vittima di una crisi cardiaca. Nessuno potrà mai dimenticarne l'eleganza quando era in campo e la dolcezza nella vita di tutti i giorni.

11/01/2021
Possibile ripresa dell’attività sportiva. Una nota della FIP

La Federazione Italiana Pallacanestro sta lavorando per consentire a tutti i propri tesserati, dal Minibasket all’attività Senior, di tornare ad allenarsi in palestra adottando tutte le cautele che gli esperti riterranno necessarie. Lo stato pandemico richiede provvedimenti straordinari. La FIP vuole andare oltre la suddivisione in attività di interesse nazionale e non, che fino a questo momento ha creato situazioni disomogenee e paradossali fra tutti gli enti deputati all’organizzazione sportiva e frustrazione nelle giovani e nei giovani di tutte le discipline. Occorre concentrare gli sforzi sull’aggiornamento dei protocolli che consentano a tutti la ripresa in sicurezza degli allenamenti a prescindere dallo svolgimento delle rispettive competizioni, verificando con la massima responsabilità quali altri campionati possano effettivamente prendere il via nel prossimo futuro.

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